Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. II, 1924 – BEIC 1793959.djvu/306

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Lo stoico corruppe la scienza, che non fu salvata dall’epicureo; l’epicureo corruppe la morale, che non fu salvata dallo stoico. Fin dal primo secolo dell’èra cristiana erano ne’ costumi la corruttela, nelle scienze la credulitá. Ma pure la seconda serpeva ancora tra la classe piú bassa del popolo e nelle provincie piú lontane e meno colte. Nel terzo secolo divenne generale: ne fu infetta la parte migliore della nazione. Il poter della magia ed i miracoli ebbero parte finanche negli piú alti affari dello Stato e nelle piú importanti risoluzioni del governo e nelle decisioni de’ giudici. Ammiano Marcellino ci narra di un generale, il quale, avendo per evidente ignoranza o colpa perduta una battaglia contro i persiani, ritornato in Roma, disse di averla perduta per opra di alcune stregonerie, e si prestò fede al di lui detto, e fu assoluto. Un solo fatto di simil natura basta a defíínire un secolo intero. Tosto che la divinitá divenne parte principale della macchina, quelle sètte, che prima eran filosofiche, divennero religiose; il furor di partito piú caldo, le dispute guerre piú che civili. Lo spirito di partito vuol vincere anche ad onta del vero, ed inventa il falso. Quando gli mancan le ragioni, si difende coll’autoritá, e riproduce nomi, pei quali tanto è maggiore la riverenza quanto piú sono lontani. Lo spirito di superstizione vuole spacciar meraviglie; e, siccome i miracoli son sempre rari al presente, cosí si trovan sempre nel passato o si pronostican nell’avvenire. Risursero allora tante sètte antiche, si trassero dal sepolcro tanti nomi illustri, e tra questi quello di Pitta gora fu il piú fortunato, forse perché venerato egualmente e dalla plebe e dai filosofi. Ma Pittagora, ed era naturale, riapparve nel modo qual si volea che apparisse: fu mago, sacerdote, profeta, predicator della povertá, della communanza de’ beni, dell’astinenza dalle carni, consigliator del celibato; tutto insomma quello che voleva Apollonio. Kd Apollonio voleva che Pittagora fosse qual era egli stesso. In mano di qualche altro divenne un’altra cosa; e questo anche era giusto. Si dovea dimostrare ciò che si asseriva? mancavano i libri? Si fingevano. Non vi fu mai tanta abbondanza di libri antichissimi e rarissimi quanto in que’ tempi.