Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. II, 1924 – BEIC 1793959.djvu/343

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elargito pubblicamente e fatte elargir lodi nel Giornale italiano ( 0 . Certo è che quello e forse altri fogli dell’opera vennero ristampati ; onde, salvo in qualche esemplare oggi introvabile in cui fu rilegata per errore la vecchia tiratura, il passo contro il Monti scomparve da tutt’intera l’edizione. Ma, a dir vero, anche se vi avesse trovato questa e altre allusioni di cosí cattivo gusto, la maggior parte dei lettori contemporanei non se ne sarebbe scandalizzata. Da tutte le pagine del libro erompeva cosí caldo e impetuoso un vero amor di patria, che, specie in quei primi albori del Risorgimento italiano, allorché codesta sorta di letteratura aveva come un profumo di freschezza, bastava farsi a leggere il Platone per restarne conquisi. Malgrado, pertanto, qualche riserva sulla forma romanzesca scelta dell’autore ( 3 ), qualche critica a questo o quel particolare ( 4 ) e anche forse qualche pettegolezzo linguaiolo sui troppi francesismi e napoletanismi del Cuoco ( 5 ), l’opera fu generalmente lodata e, che vai piú della lode, letta con aviditá ed entusiasmo. La sua fama anzi si diffuse cosí presto, che fin dal 1804 il Barère (l’ex convenzionale, allora ai servigi della polizia napoleonica) ne iniziava, prima ancora di quella del Saggio storico , una traduzione francese ( 6 ); quasi al tempo stesso che Enrico Keller, dopo che il (1) Scritti vari, I, 234, e cfr. Butti, op. e loc. cit., p. 155. — Elogi al Monti il Cuoco non lesinò nemmeno nel Corriere di Napoli: cfr. Scritti vari, II, 266, 268. (а) Dal quale il passo soppresso fu a suo tempo ricopiato e, cosí, tramandalo a noi. Nel riferirlo, ho attinto al Lkvati, op. c loc* cit. 11 Ruggjkri (p. 163 sg.), che tenne presente un esemplare della prima edizione serbato nella Nazionale Centrale di Firenze, c in cui il brano antimontiatio è trascritto in fondo a penna, lo reca nella seguente variante: «Nasconde sotto l’apparenza della libertá la piú servile adulazione. Cantò prima il partito degli ottimati: questi rimasero perdenti, ed egli prese a cantare il partito de* popolari. Fervi allodio, ma non alla ragione de* partili. Cantò sempre diverso da se stesso, perché Podio cangia e la sola ragione è eterna. Parole adopera armoniose, perché non sono sue; poche e meschine idee, perché sue». (3) Cfr. p. es. una lettera del Cesarotti, in Scritti vari , II, 317. (4) Vedere al riguardo Ruggíkri, p. 164 sg. (5) Un’eco di codesti pettegolezzi par di risentire in una lettera di Pietro Giordani a Giambattista Giusti: cfr. Cuoco, Scritti vari , II, 317. Comunque, il Cuoco fu un anticruscante risoluto: cfr. Scritti vari , I, 225 sgg ; II, 279 sg. (б) Voyage de Platon en Italie , traduit en italien par Vincknt Cuoco sur les manuscrits grccs trouvcs datis Athènes, et de l’italien en francate par B Baréckk, mernbre de plusieurs académies (Paris, chez Arthus Bertrand libraire, 1807, 3 voli.). Per la data d’inizio di questa traduzione, cfr. Scritti vari , II. 3:8, 337. Che la traduzione del Saggio sia posteriore a quella del Platone si desume dal titolo stesso: V. Cuoco, Platone in Italia - 11 . 22