Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. II, 1924 – BEIC 1793959.djvu/348

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cautela di erudito ch’era mancata al Cuoco, difendeva l’autoctonismo delle genti italiche, e affermava l’Italia giá grande prima di Roma, e la riteneva fin da allora quasi una per opera degli etruschi, e concludeva deplorando che la scissione degli italiani «in piccole societá governate da mire diverse d’ambizione e d’interesse» sviluppasse «il germe di quei sentimenti gelosi», generatori, piú tardi, «delle prime rivoluzioni, che in tanti modi influirono su le discordie e l’infelicitá delle nostre provincie»: — cos’altro faceva se non parafrasare in prosa storica le pagine semipoetiche del Platone ? Alle cui idee sull’antica storia italiana era destinato, attraverso l’opera del Micali, cosí lungo cammino, che, ancora trenta anni dopo, le ripresentava, e in forma piú genuinamente cuochiana, Angelo Mazzoldi nelle sue fantasiosissime Origini italiche (0. Dove, con una tenue variante (la sostituzione d’uno sconvolgimento tellurico al periodo d’intercorsa barbarie immaginato dal Cuoco), si ammettevano a dirittura le due successive civiltá dell’Italia antica propugnate dal Platone ; e inoltre s’immaginava, tal quale come in questo, un diretto influsso italico sulla civiltá di tutt’ intero il Mediterraneo; e nell’Atlantide platonica si additava l’Italia; e si facevano italiani Omero e Pitagora, che il Cuoco aveva ridotti bensí, vichianamente, a caratteri poetici, ma con la propria postilla che quei «pitagori» e quegli «omeri» non eran greci ma italici. D’altra parte, anche alla propaganda vichiana iniziata dal Cuoco col Platone arrideva quasi immediato il piú lieto successo. L’ondata di vichismo (e talora pseudo vichisnto), da cui, per dir cosí, fu investita la storiografia italiana dei primi decenni dell’Ottocento, divenne cosí travolgente, che, com’è stato argutamente osservato! 2 ), nello scorrere i singoli articoli storici e politici inseriti nelle riviste letterarie del tempo, si giunge sempre a un punto in cui, proprio come negli scritti del Cuoco, si presente il ricordo della Scienza nuova, che giunge infatti, immancabile, poco di poi. Successo egualmente cospicuo ebbe tutta quella parte del Platone che era propaganda per la causa italiana. Non è qui il luogo di mostrar per filo e per segno l’influsso, diretto o indiretto, (i) Delle origini italiche e della diffusione delV incivilimento italiano all’Egitto, alla Fenicia , alla Grecia e a tutte le nazioni asiatiche poste sul Mediterraneo (Milano, 1840): efr. Croce, op. eit., I, 55-6. (a) Croce, op. cit., 1 , 16, e cfr., sulla propaganda vichiana del Cuoco, 1 , 12 sg.