Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. II, 1924 – BEIC 1793959.djvu/43

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Io riprendo il comando: son di nuovo eletto epinomide <0 in Taranto: il concilio di tutte le altre cittá mi nomina suo capitan generale t*). I vilissimi piscinari locresi f 3> non si volean salvare; i miseri regini piú non si potevano. — Salviamo — dissi — per ora quella parte dell’Italia che può e vuole salvarsi : conserviamo quella parte di forza italiana che ora si cimenterebbe invano contro un nemico prepotente: accresciamola coH’aniicizia de’ lucani, la ragion pubblica de’ quali è ancora incerta; coll’amicizia de’ sanniti, che finora hanno avuta una ragione propria interamente divisa dalla nostra: il tempo e gl’iddii faranno il resto, quando noi saremo degni di miglior fortuna. Ai popoli ancora virtuosi voi potete dire: — Ricordatevi della vostra virtú. — Ai popoli corrotti non potete fare il bene se non colla forza; c, se il primo tra’ beni è la concordia, avrá fatto tutto ciò che potea per l’umanitá colui il quale avrá disposte le cose in modo che possa un giorno comprimere colla forza pubblica e far tacere tutte le passioni de’ privati, almeno fino al segno che per desuetudine si infievoliscano, si distruggano e dian luogo nel cuore degli uomini a nuove virtú. Le virtú de’ popoli sono abitudini, e l’abitudine, il piú delle volte, nella sua origine non è che necessitá. Deh! perché gl’iddíi non mi han fatto nascere in tempi ne’ quali questo mio discorso sembrasse ai filosofi insensato, al popolo inutilmente ingiusto? Ma io spero, o Platone, di aver giá compita la mia carriera. Sono stanco di lottar eternamente (1) Si crede che questo fosse 11 titolo della principal magistratura di Taranto. Tal titolo indica una specie di dittatura, un comando militare e straordinario. Mazzocchi dimostra clic vi eran anche gli efori. (2) Suida; Mazzocchi, Ad Tabulavi IlcracUenstm. (3) Questo è stato il tratto del testo piu difficile ad interpretarsi. Chi sono mai questi piscinari di Locri? Cicerone, in una lettera ad Attico, chiama «piscinari» quei senatori del suo tempo, i quali aniavau la patria, ma pensavan solo ai loro vivai, ville, giardini, ecc.; amavan la patria, ma non voleatio incomodarsi per lei, e credevano che, perduta ia repubblica, potessero esser salve le loro piscine. «Amissa rspublicci , piscinas suas salvas fore sperant». Cicerone previde che si sarebbero perdute nel tempo istesso e quella c queste. È probabile che Cicerone abbia imitata Tespressione de* «piscinari» da questa lettera di Archita. Essi abbondano in ogni tempo cd in ogni tempo si rassomigliano.