Pagina:Cuoco, Vincenzo – Platone in Italia, Vol. II, 1924 – BEIC 1793959.djvu/91

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della gioventú sannita: sempre emuli e sempre amici... Oh! l’ottimo uomo eh’è Ponzio! La patria ha in questa etá pochi che lo possano eguagliare, e nell’etá ventura non ne avrá nessuno. La patria ha avute delle guerre, ed io non sono stato degli ultimi tra coloro che han pugnato per lei ; è stata talora agitata da torbidi interni, ed io ho avuta la mia parte nelle fazioni. Credei delitto rimanermene indifferente. Che conservo io mai di tutto questo? La sola memoria. E qual altro piacere mi rimane? Quello solo di far del bene. Or io ho conservata la prima, ed ho ritrovato il secondo, ritornando ai miei campi, al sito ove è il sepolcro di mio padre. Vedete quelle tre casette che sono sulla falda di quel colle che ci sta dirimpetto? Sono abitate da tre famiglie, tra le quali io ho diviso quel terreno, che prima era tutto mio; esse poi han fabbricate quelle case e quei muri di pietre senza calce, che servono ad uso di confini. Quel terreno era prima mal coltivato: io non ne ritraeva che scarso, incerto prodotto; ed intanto eranvi nella mia patria molti uomini, i quali per vivere non avean bisogno di altro che di lavoro. Ho detto loro: — Coltivate la mia terra; io vi darò gli animali necessari al lavoro; voi vivrete colle vostre famiglie, e mi darete una porzione del frutto di quella terra che io vi darò. — La mia rendita è cresciuta, ed ho dippiú le benedizioni di venti infelici, che forsi senza me sarebbero morti per fame. Non passo mai per quelle case che i fanciulli non mi corrano innanzi, e non mi bacino i ginocchi, e non mi chiamino loro padre e loro Giove; non passa giorno festivo ch’essi all’alba non vengan tutti da me, e mi arrechino i primi frutti della stagione ed i fiori piú scelti e le piú tenere giuncate. Attilia li accoglie e li abbraccia come tanti fratelli; e, godendo alle lodi ch’essi dánno ad un padre che ama, avvezza il suo giovine cuore a gustare i piaceri della beneficenza. Ed io intanto quasi arrossisco di queste tante loro benedizioni; perché poi, in veritá, che altro ho fatto io per essi se non quello ch’era utile a me stesso? Tu lo hai detto ieri, o Cleobolo: la terra non ama di esser coltivata da una mano servile o mercenaria. Questo è quello