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SCUOLA DELLE BELLE ARTI.
Le belle arti sono o di armonia o di disegno. Tanto le prime
quanto le seconde sono naturali agli abitanti di questo Regno:
nella Magna Grecia fiorirono egualmente ambedue. Le conquiste
di Roma distrussero Luna e l’altra, perché il popolo di Marte,
siccome dice Ovidio, conosceva piú le armi che le scienze ed
avea piú cura di vincere i suoi vicini che d’istruirsi. Nella loro
decadenza le arti dell’armonia si sostennero piú di quelle del
disegno, perché era piú facile avere buone scuole di quelle che
di queste. Sotto gl’imperatori si parla dei nostri teatri e non
si nomina un nostro pittore o un nostro scultore.
Noi avevamo un conservatorio per la musica ed una scuola
per le arti di disegno. Le abbiamo conservate, aggiungendovi
solo alcune poche cose delle quali è facile riconoscere l’utilitá.
Al conservatorio abbiamo aggiunta una scuola di belle lettere. Il compositore di musica non coltiva mai abbastanza la
poesia: essa è indispensabile nella musica propriamente detta
«vocale»; è utilissima alla musica in generale, perché è il piú
potente mezzo per animare la fantasia de’ giovinetti; quella fantasia di cui tutte le belle arti son figlie. Il -pittore, lo scultore, il coinpositor di musica, il poeta non differiscono tra loro
se non per vari segni che adoprano onde esprimere una medesima immagine,, che, prima di esporre agli occhi ed agli
orecchi altrui, ciascuno di essi ha dovuto concepire nella propria
mente. La vivezza e l’esattezza dell’espressione è proporzionata
alla vivezza ed all’esattezza del concepimento. Ma, per concepir bene, è necessario avvezzarvisi, e l’avvezzarvisi non altro
è che sentire. Or tra tutte le sensazioni le piú energiche a scuotere la fantasia intera son quelle che desta la poesia, poiché
sono le piú numerose e le piú variate. Ninna delle altre arti
può esprimere tutti quegli oggetti che la poesia esprime. Le
sue immagini sono le piú particolarizzate, poiché niu-