Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/105

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eseguire i migliori pezzi di musica profana. Ciò produce due buoni effetti al tempio istesso: perfeziona la scienza negli artisti e conserva il buon gusto nel popolo. Imperciocché gli artisti ed il popolo si corrompono a vicenda, e noi abbiam bisogno egualmente, come diceva D’Alembert, di precetti per comporre la buona musica e per gustarla. Or i primi, forse i soli precetti pel popolo sono gli esempi; e quel popolo meglio gusterá le belle arti, che piú degli altri ne avrá gustate le belle produzioni. Lo stesso avviene in tutte le altre arti.

Per l’emulazione è necessario che i giovani compongano: quindi i concorsi ed i premi che abbiamo stabiliti tanto per la musica quanto per le arti di disegno.

Per Luna e per le altre abbiam istituite delle lezioni di storia dell’arte. La ragione n’è evidente. L’osservazione de’ grandi modelli appartiene al sentire: la storia de’ medesimi appartiene al riflettere. La storia dell’arte dá i veri precetti della medesima. Ma cosí si ottiene ciò che abbiam desiderato, cioè che nello studio delle belle arti la riflessione non preceda la sensazione. Il giovane, col nostro metodo, incomincerá a censurare dopo aver ammirato. Guai, diceva Winckelmann, al giovine artista che incomincia dalla censura!