Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/269

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XXXVIII. — Dell’eloquenza militare (n. 114, 6 maggio 1807). A proposito di un opuscolo di Bruno Galiani, esule napoletano e allora professore e bibliotecario nel collegio militare di Pavia. Vedere anche, piú giú, il n. XLII.

XXXIX. — Le lettere anonime (n. 116, n maggio 1807). XL. —Sulla favola atellana (n. 118, 16 maggio 1807). Il carattere di Pulcinella, che riunisce in sé quelli di Maccus e Manduca* (il goffo e il ghiottone delle favole atellane), è di quelli «che Vico chiamerebbe simbolici: è l’archetipo dell’estremo buffo. I popoli ancora fanciulli... personificano tutte le loro idee, e nella serie delle idee morali personificano l’estremo brutto e l’estremo bello. Ora i popoli ancora semplici, ed in conseguenza virtuosi, non hanno altra idea di vizio che la goffaggine, l’inettezza e la gola: questi vizi fanno ridere i popoli colti, i quali sono avvezzi a vizi maggiori. Non altra idea hanno dell’eroismo che quella della costanza e della forza. Pulcinella bastonato dal padrone è il modello del brutto morale: un eroe della prima tragedia greca bastonato dal Fato lo è del bello. Col tempo, la serie delle idee morali si estende; si conoscono nuovi vizi e virtú nuove; si moltiplicano in conseguenza le persone drammatiche: ma il popolo, che riman sempre fanciullo, sta sempre fermo ne’ suoi primi modelli». — Vedere anche, piú sú, n. XXIX. XLI. — Degli antichi popoli di Apruzzo (n. 120, 20 maggio 1807). XLII. — Sulla virtú militare (n. 123, 27 maggio). A proposito di un’opera sull’argomento di Bruno Galiani (cfr. il n. XXXIII).

XLIII. — Lettere ottiche riguardatili alcuni fenoitteni della insta, di Pietro Ruggieri, Napoli, 1807 (n. 134, 22 giugno 1807). «Secondo l’ideologia di Kant (e chi sa che un giorno sará l’ideologia di tutta 1 ’ Europa?), le due quistioni che si esaminano in questo libro non esistono o sono meramente nominali. Tutto ciò che è modificazione dell’estensione (come il diritto ed il rovescio) o del numero (come il doppio e l’unico) non sono mica qualitá degli oggetti esterni, ma forme intrinseche della nostra mente. Questa teoria a molti sembra dura e quasi eternamente inammissibile. Io non la credo né inammissibile né dura. E perchè non ammetterá un giorno le ‘ forme intrinseche ’ di Kant quell’animale bipede e senza piume, il quale per sei secoli ha delirato per le ‘ forme sostanziali ’? Circa alla durezza, poi, essa potrá esserci ne’ principi