Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/304

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mattine e tutte le pompe della natura, per ascoltar te, che o versavi col suono e col canto nell’animo mio tutt’ i sentimenti ond’eran mossi o l’imperioso genio di lommelli o il tenero cuore di Pergolese o la versatile fantasia di Piccinni e di Paisiello; o, sollevandoti alle teorie della piú potente delle belle arti, spargevi precetti, i quali, per esser piú sublimi, non cessavano però di esser graziosi. Quei bei giorni non torneranno piú; a noi non ne rimangono che le memorie: procuriamo di raccoglierle e di conservarle. — Io avea pensato di scriver le tue idee colle stesse tue parole, ed il primo mio disegno fu quello di scrivere in dialoghi i nostri trattenimenti, quali essi eran passati. Ma chi potea ripetere degnamente le parole di Minerva? E poi qual differenza tra i colli di Posilipo e le nude montagne della Savoia, tra le quali io mi ritrovo! Io allora era felice: avea una patria, avea un’onesta fortuna, avea degli amici e te, che tra gli amici ottenevi il primo luogo nel mio cuore. Oggi, la mia sorte rassomiglia le deserte orribili montagne che mi circondano, e le mie idee, le parole mie son dure come la mia sorte. Porsi, se un avvenimento, che non si potea né prevedere né evitare, non avesse rotto quel corso che io avea segnato ai miei giorni, forsi io non avrei scritto, non sarei stato autore, ma sarei stato felice. E non sarebbe stato meglio godere della vita che «dissertarvi *? Si è detto che l’agio e l’ozio han fatto nascere i primi filosofi. Io non lo so; ma so bene che le sole disgrazie possono spingere un uomo a divenire autore.

XI. — A [Nicola] Quagliargli. — [Milano, n decembre 1800].— Quel filosofo, il quale diceva che il circolo e la scrittura lo avean reso dotto, non era mai stato esiliato dalla sua patria. Io veggo che l’emigrazione è il mezzo piú facile per divenir filosofo, se è vero (come, per altro, pare che non si possa mettere in dubbio) che la filosofia sia l’arte di parlare o di ciò che non si può sapere o di ciò che non importa sapere. Se il re di Napoli non avesse, senza che io ne sapessi nulla, dichiarata la guerra ai francesi ; se i francesi non avessero vinto il re di Napoli, e poi non avessero abbandonato quel paese che voleano far libero; se io non fossi caduto nell’errore di credere che ogni buon cittadino debba amare la patria, qualunque sia la forma di governo che abbia; io sarei ora nel seno della mia famiglia, tra i miei amici, occupato de’ doveri della mia professione, godendo il dolce tepore del piú ridente clima di