Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/308

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dice: — Tenete: le ottocento lire vi servono per la stampa; ma voi avete bisogni: servitevi di questi due luigi. Se vi occorre altro, venite da me. — Io dunque stampo. L’opera ha piú incontro che io non credeva. Ci lucro qualche cosa. Ecco che comincia a cangiar le mia sorte. Due mesi dopo, sono impiegato... XVI. —Al medesimo. — Milano, 20 gennaio 1802. — ...Io sono... un poco agitato di spirito, perché incerto del mio destino, che forse si potrebbe, per l’organizzazione del nuovo governo, cangiare a momenti... Se vi sará novitá, io passerò a Torino, e voi ne sarete avvisati...

XVII. — Al cittadino Roberti. — Milano [primi mesi del 1802]. —... Voi desiderate una copia dell’opera mia, ed io mi fo un piacere di offerirvela. Possa essa meritare non giá la vostra approvazione, di cui non la credo degna, ma il vostro compatimento. Vedrete un’opera scritta in fretta, tra i disagi e le privazioni di un’emigrazione, da un uomo, che, lungi dal poter essere autore, era ancora nella necessitá di dover apprendere e che, uscito da un carcere orribile, ove aveva languito per nove mesi, non aveva altra guida che la sua memoria. Tutte queste circostanze, aggiunte alla naturai debolezza de’ suoi talenti ed all’inesattezza dell’edizione, che, per mancanza di mezzi, non ha potuto riuscir migliore, vi dovranno far trovar l’opera detestabile. Vi prego a non ricercar altro in essa che l’amor della veritá e della patria, ed allora forse l’autore, piú che di disprezzo, vi sembrerá degno di pietá. Avrei amato di morir per la mia patria; almeno avrei voluto morir con lei: poiché essa piú non esiste ed io vivo ancora, io l’ho consacrati tutt’ i miei pensieri. Voi piemontesi siete stati meno infelici di noi. Ma tale è il destino dell’Italia che, delle due parti della medesima piú degne della libertá e piú capaci, per naturale energia de’ suoi abitanti, di sostenerla e promuoverla, una l’ha perduta e forse per sempre, l’altra l’ha acquistata cessando di esser italiana. Godete della vostra nuova sorte; ma, mentre l’uomo vi unisce per governo ad un’altra nazione, non obliate quella a cui la natura vi aveva congiunti per suolo, per clima, per lingua, per costume e per nome comune...

XVIII. —Di Lodovico Lizzoli. — Novara, 21 febbraio 1802. — ... Ti accludo la lettera di questo commissario dei tribunali. Mi