Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/309

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sembra valutabile il riflesso della diversa legislazione di questo dipartimento, tanto piú che non vedo vicina l’epoca di una sola legislazione. Ti accludo pure un foglio da te scordato, che era unito al mio piano sulla mendicitá. Non è che un’indigesta idea; ma a buon intenditor poche parole. Affretta piú che puoi il lavoro, giacché il tempo stringe...

XIX. — Del medesimo. — Novara, 28 febbraio 1802. —... In questo momento ho il dispiacere di ricevere dal vicepresidente un forte rimprovero per non averli anche rimesso il Quadro da lui richiestomi di questo dipartimento. Ciò mi sforza ad importunarti nuovamente, perché ti affretti a terminarlo. SulFarticolo «miniere» procura di avere un abboccamento col padre Pini, il quale ho saputo che ne è perfettamente a giorno. I lumi di questo valente uomo ti potranno essere molto al caso. Ti aspetto con la piú grande ansietá... XX. — Del medesimo. — Novara, 3 marzo 1802. — ... Dal comune amico Gautieri riceverai questo nuovo piego, che sará ancor l’ultimo. Se non Si finisce cosí, andiamo a procurar i materiali per la storia universale. Quanto piú presto puoi, sia. Un soverchio ritardo mi comprometterebbe senz’altro. A voce ti dirò le cabale ed i raggiri...

XXI. — Del medesimo. — Novara, 18 marzo 1802. — ... Ti do avviso che lo scritto dee ritrovarsi a quest’ora in mano del vicepresidente. Non ho potuto a meno dal prescindere di fartelo recapitare prima che andasse a lui, per la ragione che una calamaiata d’inchiostro gettata sullo scritto ha ritardato di un giorno la spedizione e che mi si è presentata l’occasione di ***, il quale lo ha portato in persona all’istesso Melzi e gli ha fatto le scuse non tanto del ritardo che di qualche errore occasionato per la troppa brevitá del tempo. Domenica aspetto il riscontro, e non dubito che mi permetterá di stamparlo. In allora lo manderò a te per le aggiunte e le correzioni e per la stampa. Frattanto ti prego a persuaderti dei sentimenti non equivoci di riconoscenza e di stima che nutro a tuo riguardo e del desiderio di dartene in ogni incontro le meno dubbie riprove. Giá mi son preso la libertá di scrivere a vari amici perché la Repubblica possa tirar profitto dai tuoi talenti e dalle tue virtú. Ho detto che i tuoi pari ogni paese deve andar superbo di possederli e di offrirli una patria...