Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/330

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LVIII. — A Napoleone Bonaparle re d‘Italia. — [Milano, maggio 1805]... —Se al venir di Vostra Maestá nel suo nuovo Regno d’Italia io non facessi altro che offrirgli un libro, questa mia offerta sarebbe non degna di Vostra Maestá. Né il mio libro è tale che meritar possa il vostro sguardo, né ad un re mancheranno mai elogi. Ma io vi offro i miei pensieri ed i miei sentimenti ; e questo è l’omaggio degno di qualunque re sia, come Vostra Maestá lo è, superiore all’istesso trono. Prima che Vostra Maestá fosse re, 10 avea meditate le idee che questo libro contiene: la Maestá Vostra forse non vi era ancora, e giá in questo libro era nominato, perché erano espressi quei sublimi pensieri e quelle virtú per le quali un uomo eminentemente regio sa elevarsi a forza di benefici alla piú sublime dignitá della terra; l’uomo la di cui elevazione, dopo l’anarchia e gli errori, deve reputarsi come il piú grande de’ benefici che la divinitá possa fare agli uomini. Questo elogio non è adulazione. Sono gli stessi sentimenti dell’animo mio. Li ho nudriti prima della Rivoluzione, durante la Rivoluzione, dopo la Rivoluzione. Privo di patria, non avendo altro che fare, li ho scritti, ed in mille modi, tra’ quali ottimo mi è sembrato quello per cui, mostrandosi nel vero suo lume la storia e la scienza dell’antichitá, si riparasse in parte a quei tanti errori che la falsa imitazione della medesima avea prodotti. Amo estremamente l’Italia, ed al pari dell’Italia amo l’ordine, ed offro questo libro a colui il quale ha ristabilito l’ordine e si gloria del nome di «padre dell’ Italia». I destini, non sempre felici all’uomo che non ha piú patria, mi costringeranno a lasciar questo suolo, ove io godeva un’onesta quiete all’ombra del vostro augusto imperio; ma, in qualunque angolo della terra avverrá che io mi ritrovi, la Maestá Vostra non avrá nessuno che nudra rispetto piú sincero per il vostro genio e per le vostre virtú...

LIX. — Di Benedetto Bazzoni a Teresa Mannini. — Ferrara, 4 giugno 1805. — ... Martedí mattina sul far del giorno, mentre un gallo che ho sotto la mia finestra salutava l’aurora, mi svegliai con la mente tutta occupata degli amori di Mnesilla. Non è giá che la mia fantasia mi avesse dipinta l’immagine di quella bella tarentina: io era propriamente occupato del bel quadro d’amore toccato dal nostro Cuoco con tanta disinvoltura, con tanta maestria e con tanta sensibilitá. L’ho letto una volta sola, giacché non ho tempo neppur per dormire; ma mi ero piú volte distratto a