Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/343

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aveano potuto esser osservati da me stesso, pure meritò l’approvazione del governo, che se ne prese tutte le copie della prima edizione, e ne invitò a farne una seconda, che io avrò l’onore di presentare a Vostra Altezza allorché onorerá di nuovo questa capitale colla sua augusta presenza, e servi di sprone e di modello a tutte le altre opere dello stesso genere che si son fatte posteriormente. — In séguito di ciò, il governo mi fece lavorare quasi un anno intero dietro una Statistica generale di tutto lo Stato: cosa della quale non esisteva neanche l’idea e dovea crearsi dai fondamenti. Conveniva incominciare dal raccogliere i primi dati; e, per raccoglierli, conveniva stabilire un metodo uniforme e scientifico: il che m’impegnò a dover fare un’introduzione, la quale, se fosse stampata, occuperebbe quasi due volumi. Esiste presso di me il decreto del vicepresidente Melzi, il quale m’invitò a presentargliene un piano; tutto Paffare è notissimo al signor ministro segretario di Stato Aldini, che ne fu il promotore; il manoscritto istesso esiste presso di me, e son pronto a presentarlo a Vostra Altezza o a qualunque altra persona Vostra Altezza vorrá destinare ad esaminarlo. Oltre di questi lavori, ho pubblicati i due primi volumi di un’opera intitolata Platone in Italia , fatta ad imitazione di quella di Barthélemy, per quanto i deboli miei talenti mi permettevano di emulare l’inimitabile autore de\V Anacharsis. Chiunque lo legge con attenzione si avvedrá che quel mio libro non è solo un libro di erudizione, ma è diretto a formar la morale pubblica degl’italiani, ed ispirar loro quello spirito di unione, quell’amor di patria, quell’amor della milizia che finora non hanno avuto. E forse a questa morale, che contiene, deve il mio libro l’accoglienza favorevole che ha avuta in tutte le parti dell’Europa, talché finora è stato giá tradotto in tedesco, ed una seconda traduzione se ne prepara in francese. Né i talenti dell’autore né la sua erudizione potevangli per certo far meritare tanto compatimento. — Quest’opera mi ha procurato degl’inviti letterari dalla Germania e dalla Russia. Fin da sei in sette mesi fa, avrei potuto passare in qualunque delle universitá della Russia mi fosse piaciuto, e con soldo non minore di duemila e quattrocento rubli, oltre molti altri vantaggi che mi si promettevano. Ho preferito il soggiorno dell’Italia ed il governo del gran Napoleone. Era contento di avere in questo paese molto di meno e godermi in pace i favori del clima e delle ottime leggi. — Ma, signore, è necessario che io viva. È necessario che io pensi ad una sussistenza certa e stabile pel tempo in cui