Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/360

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CX. — A Gioacchino Murai. — [Napoli, ottobre 1809]. — Le discussioni del progetto sull’organizzazione della pubblica istruzione mettono la Commessione nella necessitá di presentare a Vostra Maestá alcune dilucidazioni. — Si crede da molti che il piano proposto dalla Commessione sia gigantesco. Ciò può essere relativamente: 1. all’ampiezza del piano medesimo, 2. all’esecuzione, 3. alla spesa. Poche riflessioni basteranno a dimostrare che un tal timore non ha fondamento; che il piano è ristretto al solo necessario; che l’esecuzione ne è facile; che picciola ne è la spesa. Ma, prima di entrare in tale discussione, sia permesso di rammentare a Vostra Maestá le seguenti parole del Rapporto’. «11 piano che da noi si è proposto è vasto; ma non è necessario che l’esecuzione sia fatta tutta in uno stesso tempo. Abbiam fatto come gli architetti, i quali formano il disegno di un edificio senza mettere a calcolo se si debba costruire in breve tempo o in lungo». — E ciò la Commessione ha fatto per servire al bene della patria ed alla gloria di Vostra Maestá. Alla patria, impedendo che, coll’esecuzione progressiva, non s’inserissero nell’edificio de’ pezzi che non siano ben connessi coll’insieme. Alla gloria di Vostra Maestá, conservandole intiera quella gloria che le si deve di rigeneratore del suo regno. — Dopo queste premesse, esaminiamo ad una ad una le quistioni. — 1. Si dice che il piano è troppo ampio. Questo è un equivoco nato dal vedere quattro universitá, mentre in Francia ve n’è una sola. Ma, se si riflette che in questo Regno non abbiamo le scuole speciali di dritto, di medicina, di chirurgia, di farmacia e di teologia, che vi sono in Francia; se si riflette che non abbiamo le accademie che sono in Francia per ogni divisione militare; se si riflette che le scuole speciali e le accademie contengono appunto quelle stesse cattedre che noi abbiam messe nelle universitá; si vedrá chiaramente che le nostre universitá non sono altro che le scuole speciali e le accademie di’ Francia. Si vuole imitare l’esempio di Francia ed avere una sola universitá nella capitale e tre accademie e scuole speciali nelle provincie? Si faccia pure: la differenza è ne’ soli nomi. Solo preghiamo Vostra Maestá a riflettere che allora la spesa sará un poco maggiore, perché sará necessario ripetere molte cattedre, le quali, trovandosi riunite in una sola universitá, servono a molti usi. Difatti in Parigi li stabilimenti letterari sono infiniti : Collegio di Francia, quattro scuole speciali, Giardino delle piante, ecc. Noi abbiam fatta la riunione per sola ragione di economia. — 2. Si dice che l’esecuzione ne è difficile. Se si dovesse