Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/371

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Antonio Bottaro (probabile parente di Angelo Bottali, pittore e maestro di disegno di Gabriele Pepe a Civita), che da Napoli le faceva pervenire al vero destinatario. In quella lettera infatti il C. prometteva di narrare i suoi casi dalla partenza da Napoli all’arrivo a Milano, non appena avesse trovata persona sicura a cui affidar la missiva: persona sicura che fu poi ai príncipi del 1802 Giulio Corbo. Da che, da un lato, la vera data della presente lettera: dall’altro, la constatazione che la lettera autobiografica promessa non è, come ha creduto qualche biografo, andata smarrita. — Antonio Belpulsi, nato in San Martino in Pensilis il 9 febbraio 1760, processato a Napoli per la congiura del 1794 e riuscito a fuggire, tornato a Napoli nel 1799 tra le file dell’esercito francese e riuscito a scappare una seconda volta, fu, dopo vita raminga, arrestato a Parigi nel 1803, perché principale collaboratore di Girolamo Pignatelli nella congiura tendente a sollevare il Regno di Napoli e a scacciarne Ferdinando IV. — L’altro esule napoletano Michele Fontana era stato nel 1799 secondo tenente nella legione lucana. — Coinvolto giá nel processo del 1794, il patriota napoletano Flaminio Massa, ben conosciuto per una sua Vita di Mario Pagano, era fin dal 1798 esule a Milano, ove morí giovane nell’aprile 1805.— L’opera, a cui il C. racconta d’aver cominciato ad attendere «sopra la barca» che lo conduceva da Napoli a Marsiglia, è il Saggio storico, del quale, verisimilmente, il primo volume dovè uscire ai principi del 1801, gli altri due nel corso del medesimo anno. — Dell’«amico» che soccorse cosí generosamente il C. non si sa altro che si chiamava Robalia. — I biografi non son d’accordo nel determinare a quale • impiego» alluda qui il C.: se a quello di aggiunto-magazziniere del Fòro Bonaparte, che gli venne dato nei primi mesi del 1801, ovvero all’altro di collaboratore del Redattore cisalpino (poi italiano). Ma quasi certamente si tratta del secondo. E proprio a siffatti uffici il C. dovè di non esser costretto a lasciar Milano e fissarsi a Pavia o entrare nella milizia, come toccava agli altri rifugiati privi d’impiego. Vero è che nella lettera XLIII egli afferma che durante la stampa del Saggio, cioè nel 1801, era stato «lontano [da Milano?) e malato». Ma si tratta forse d’una piccola bugia per giustificare la negligenza (abituale in lui) nel corregger le bozze di quest’opera. — Il sussidio di una lira al giorno agli esiliati politici era corrisposto da un comitato sorto a tal uopo in Milano nel luglio 1800.

XVI. — Veramente nell’autografo ha la data del 1801. Ma si tratta d’un errore di distrazione, frequentissimo, del resto, nelle lettere scritte ad anno appena iniziato. Infatti l’«organizzazione del nuovo governo», cioè il mutamento della seconda Repubblica cisalpina nella Repubblica italiana, è del 25 piovoso (6 gennaio) 1802. XVII. — Si allude al Saggio storico e all’annessione del Piemonte alla Francia (aprile 1801). — Giovanni Giulio Robert, nato a Barge il 30 giugno 1766, morto a Pisa il 28 genn. 1803, amico anche del Botta e del Foscolo e fervido «unitario», era dal 21 aprile 1801 prefetto del Tanaro.