Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/375

Da Wikisource.

per altro, se fosse effettivamente inviata. L’opera, di cui si parla, sono i due primi volumi del Platone.

LIX. — Nulla si sa della Teresa Mannini, che è probabilmente una persona sola con la «signora Teresa» di cui parla il Benincasa nella lett. XCI. Che fosse l’«amica* milanese del C., a cui accenna il Giusti nella lett. LXII? — Il Bazzani, naturalmente, allude ai casti amori tra Cleobolo e Mnesilla nel Platone in Italia. LX. — Un estratto del primo volume del Platone l’erudito Luigi Bossi (da non confondere col pittore lombardo Giuseppe) aveva cominciato a pubblicare nella Bibliothèqne il al tenne ou Tableau des progrès des Sciences et des arts en Italie di Torino (V, 97-120, 199-217), sorta nel 1797 e morta a mezzo il 1805; ragion per cui non era potuto comparire in essa l’estratto del secondo volume dell’opera del C. Al quale il Bossi inviò una sua Lettre sur deux inscriplions runiques trouvées á Venise, avec des observations sur les runes et trois gravures (Turin, 1805), che il C. recensí, secondo il Bossi desiderava, nel Giornale italiano del 22 luglio 1805 (cfr. questi Scritti vari, I, 255).

LXI. — I biografi non son concordi nel determinare quando precisamente avessero inizio le trattative col C. perché egli accettasse una cattedra a Cracovia, per la quale, a suo dire (pres. voi., p. 337), gli si sarebbero offerti 2400 rubli l’anno. Ma da questa lettera, combinata con quelle che seguono e sopra tutto con la LXV, appar chiaro che l’offerta venne fatta al Nostro dal Morsky durante un suo viaggio in Italia, ossia non prima della metá del 1805. Il qual Morsky può essere identificato forse in Taddeo Morsky, inviato polacco in Ispagna nel 1790 e autore d’una Lettre á M. l’abbé de Pradt ci-devant ambassadeur en Pologne (Paris, 1815). LXII.— «Sua Maestá imperiale» è Napoleone. — Antonio Aldini da Bologna (1755*1856), giureconsulto insigne, emulo del vicepresidente Melzi e perciò, dopo breve partecipazione all’opera legislativa delle due Cisalpine e della Repubblica italiana, restato in disparte, alla costituzione del Regno d’Italia era stato richiamato al governo da Napoleone e nominato segretario di Stato residente a Parigi. Si trovava allora a Bologna. I suoi rapporti d’amicizia col C., che forse gli fu raccomandato dal Lizzolí, eran cominciati, al piú tardi, nel 1802, ossia prima che il Nostro preparasse la Statistica della Repubblica italiana. Vedere infatti presente voi., p. 337. LXIV. — Antonio Raineri da Salto, presso Fori! (29 gennaio 17808 giugno 1839), tradusse molto dal tedesco, dal turco, dal persiano e sopra tutto dall’arabo, e contribuí grandemente a diffondere in Toscana lo studio delle lingue orientali. — Tra le «composizioni» di Giuseppe Maria Emiliani da Faenza (16 gennaio 1776-29 maggio 1847), che il Raineri raccomandava al C., eran forse le Odi sacre (Firenze, Piatti, 1804). Ma non dall’ebraico, bensi dalla Volgata l’Emiliani tradusse in anacreontici italiani il Cantico dei cantici e il salmo XLIV ( Opere scelte, Faenza, Conti, 1858, II, 5-72). — Sembra, per ultimo, che la rarissima traduzione del Corano