Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/377

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codesto signor B. M., è certamente quel Mylius, comune amico del C. e del Keller, di cui quest’ultimo discorre nella sua lettera. — Non sapremmo dire in quali «fogli letterari di Jena» il Saggio avesse una «critica favorevolissima». Si conosce bensí, perchè lo narra il C. medesimo (Saggio, ediz. cit., p. 7), che l’opera fu attaccata violentemente dal conte Maurizio von Diedrichstein, aiutante di campo del generale Mack, nel giornale Minerva di Berlino, diretto dal capitano Archenholz, autore, tra altri libri, di un Piaggio in Inghilterra e in Italia. — Le * annotazioni onde il C. aveva amplificato la sua opera» son le aggiunte che andava preparando fin da allora per la seconda edizione del Saggio. LXXIII. — Il «consigliere segretario di Stato» Luigi Vaccari aveva ricoperta questa carica anche durante la vicepresidenza del Melzi. — Al Felici, nel ministero dell’Interno del Regno d’Italia, era successo, alla fine del 1805, Lodovico di Brème Arborio Gattinara (1754-1828), patrizio e diplomatico piemontese. — L’iniziativa di affidar l’amministrazione del Giornale italiano all’editore Agnelli, sciogliendo le relazioni tra i redattori e il governo, par che fosse dovuta al lionese Stefano Méjan (17661846), giornalista e redattore del Moniteur , e che Napoleone aveva collocato come mentore accanto al viceré Eugenio. LXXV. — Pare dunque che il C. si fosse accordato con l’Agnelli, continuando a percepir da lui quello stipendio mensile di 350 lire milanesi (333 33 nette) che fino al 31 decembre gli era stato pagato dal ministero dell’Interno (cfr. lett. XLIV e LXXIII). Ma fin dal secondo mese l’Agnelli, come il C. aveva temuto, cominciava a parlar di falcidia. LXXVI. — «Prima indirettamente, poscia direttamente è stato sempre il foglio del governo»: ufficiale, infatti, il Giornale italiano era diventato soltanto dal 12 giugno 1805; per l’addietro era stato semplicemente organo ufficioso del Melzi. — Il «piano»: cioè il programma del Giorn. Hai., inserito nel primo voi. di questi Scritti vari, p. 3 sgg. — Ministro della guerra dall’ incoronazione di Napoleone al marzo 1806 fu il generai Pini, a cui successe il generai Caffarelli. — «Quando i partiti bollivano»: probabile allusione alle agitazioni avutesi a Milano alla trasformazione della Repubblica italiana in Regno d’Italia e per cui vennero arrestati Francesco Salfi, il Valeriani e altri. — Il «biglietto» e la «lettera» acclusi in copia alla presente sono le lett. LXXIV e LXXIII. Manca invece la risposta del Vaccari alla lett. LXXIII, che il C. aveva parimente acclusa in copia. — Per le Osservazioni sull’ Agogna vedere lett. XVIII sgg. e Nota bibliografica. — Sulla Statistica della repubblica italiana, lett. XXXVIII e Nota bibliografica. — «Esiste presso di me il decreto del vicepresidente Melzi, il quale m’invitò a presentargliene un piano»: non un decreto vero e proprio, ma la postilla trascritta a p. 366 (nota alla lett. XXXVIII). Né poi il «piano» di cui qui si parla è, come altri ha creduto, il tanto posteriore «piano d’un ufficio statistico» di cui si parla nelle lett. LXXX sgg., bensi un altro «piano» presentato nel 1802 e andato disperso. — Per le