Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/401

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notizie cosí abbondanti che, trascurandone parecchie (*), direm solamente che, dopo vita avventurosissima — durante la quale fu via via novizio della Compagnia di Gesú, ingegnere militare dei duca di Modena, attaché all’ambasciata modenese a Vienna, istitutore in Moravia dei figli del conte di Nemptsch, marito tradito della nobile francese Giuseppina Clèves de Tillemont, amante a Venezia della famosa Giustina Winne, «confidente» nella medesima Venezia degl’inquisitori di Stato, educatore a Londra d’un figlio della margravia di Brandeburgo-Anspach, e frequentatore, durante la Rivoluzione, di parecchi salotti parigini e tedeschi, — era venuto una prima volta a Milano nel 1798, «Elaborando con l’abate Compagnoni da Lugo e con l’esule napoletano Flaminio Massa al Monitore cisalpino , e v’era tornato una seconda volta dopo Marengo, ponendo la sua penna ai servigi del Melzi e scrivendo secondo gl’intenti di lui un Saggio sulla genealogia, natura ed interessi politici e sociali della Repubblica italiana (1803). Da che la sua entrata nel giornale del Cuoco, a cui collaborò fino al 22 giugno del 1806 (*). 2. — 11 primo numero del Giornale italiano (originariamente trisettimanale, ma divenuto poi, prima di fatto, indi di diritto, quotidiano) usci il 2 gennaio 1804. Come quasi tutti i giornali del tempo, il foglio conteneva prima di ogni altro le «Novelle» o «Nuove politiche», ossia le notizie estere, tradotte o riassunte per lo piú da giornali francesi, inglesi e, piú raramente, tedeschi ; e in secondo luogo le «Notizie interne», vale a dire brevi note di cronaca relative a cerimonie pubbliche, parate militari, sedute accademiche, ascensioni areostatiche, atti di filantropia, diserzioni di soldati, reati politici e ad altri avvenimenti del genere, accaduti a Milano e talora anche in altre cittá della Repubblica italiana e poi del Regno italico. Ma, poiché con siffatto materiale e con l’altro fornito dagli atti ufficiali, spesso non si riempivano se non quattro o cinque colonne, le altre tre o quattro (erano otto in tutto, di sessanta brevi righe ciascuna) si solevan consacrare o ad articoli di politica, di letteratura, di arte, di storia, di (i) Per esse e, in genere, per un’ampia biografia del Benincasa, vedere Butti, p. 130 sgg.; Coco, opera appresso citata, p. 78 e fonti ivi citate; Manzoni, Carteggio, ediz. Sforza-Gallavrcsi, J, 54. (j) Il 73 giugno gli fu sostituito l’abate Agnesetta. Si veda sopra p. 344.