Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/428

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come tutti han creduto, al Monitore napoletano (organo di Cristofaro Saliceti e a cui si sa da due lettere di Pietro Colletta <>) che collaboravan l’Azzia, il Mariani, il Catalano e il medesimo Colletta); ma precisamente al dimenticatissimo, rarissimo e quasi ignoto Corriere di Napoli. Della cui fondazione si procurerá, in base allo schema ora riferito, di ricostruir la storia. 2. — «Proprietaria» del foglio era, dunque, una «societá», che faceva capo a Tito Manzi da Pisa (8 gennaio 1769-27 giugno 1836), giá collega di studio, in quell’universitá, di Giuseppe Bonaparte, fors’anche suo attaché a Parigi dopo il 1800, e che, a ogni modo, era venuto a Napoli con lui nel febbraio 1806, diventando ben presto segretario generale del Consiglio di Stato e, eh’ è piú, l’uomo di fiducia del re<*). Il qual Manzi, volendo avere anch’egli, alla stessa guisa del suo emulo Saliceti, un organo proprio, che, a differenza del troppo violento Monitore, sostenesse quella politica di conciliazione tra i partiti ch’era tanto a cuore a Giuseppe (3), pare che, circa il luglio del 1806, acquistasse la proprietá del Moderatore’. un giornale che, sotto la direzione di Michele Agresti, svolgeva da qualche mese il programma insito nel suo titolo e che appunto al comparir del Corriere smise le sue pubblicazioni (4). Associato del Manzi in quest’impresa politico-commerciale (ché anche allora i giornali, specie se ufficiosi, rendevan bene< 5 )) fu, come dice lo schema di contratto, il «signor Venanson», ossia Flaminius Venanson: uno dei tanti francesi trapiantati a Napoli al tempo del re Giuseppe e autore di un libro sulla bussola^); ma sul quale, per tutto il resto, s’è cosí al buio, che, se non si fosse ora venuto a conoscere la sua partecipazione al Corriere, non si riuscirebbe nemmeno a capire perché lo si nominasse relatore presso il (1) Ad Alfonso Micheletti, 6 olt. e 12 nov. 1806, in Opere inedite o rare (Napoli, 1861) II, 291-2, 294, e cfr. Jacques Rambaud, Joseph Bonaparte (Paris, 1911), P- 474 (2) Vedere su lui F. N’icolini, Niccolo Nicolmi e gli studi giuridici nella prima metá del sec. XIX (Napoli, 1907), pp. 145-8, 150-5, 446-7 e per la bibliografía posteriore Gentile, Studi vichiani , p. 393, n. 2. (3) Rambaud, pp. 474, 539 sg. (4) Rambaud, p. 474; F. Nicolini, Alice. Nicolini cit., pp. 147-8. (5) Colletta, Aneddoti piú notabili della mia vita, in Opp. inedd. o rare cit.. 1, xtx. (6) Cfr. presente voi., p. 268.