Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/43

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neutica; applicata alle fisiche, ci dará le vere norme della induzione e dell’analogia; applicata alle cose morali, ci dará la norma della fede morale, della probabilitá de’ giudizi, dell’arte istessa delle leggi, le quali non si fondano se non sopra le probabilitá, cioè sopra quello che piú frequentemente avviene: applicata all’uso della vita, formerá gli uomini prudenti, i quali son pur tanto diversi dai dotti e dagli scienziati (*), Abbiamo unite sotto il nome di «filosofia razionale * alle lezioni di logica quelle di metafisica, seguendo l’antichissimo costume che le ha tenute sempre unite, seguendo la ragione, per la quale il separarle sarebbe inutile e dannoso. La logica si forma dalle osservazioni sulle operazioni del proprio spirito; la metafisica dalle osservazioni fatte sulle proprie idee. Chi separerá le operazioni della mente dalle sue idee? È impossibile che l’uomo, il quale incomincia a riflettere sulle idee che ha, non se ne formi delle nuove, e piú generali, le quali indichino la classificazione, cd al tempo istesso i rapporti, di moltissime altre. Questo artificio della nostra mente, quando abbia ricevuto tutto il suo sviluppo, ne dá quella teoria che chiamavasi una volta dell’«ente», della quale non vi è scienza piú frivola, se mai si vuole adoperare a scoprir nuove veritá; non piú fallace, se mai le idee della medesima si vogliano trasportare alla natura delle cose: ina niuna ve n’è piú utile, quando si considera come un metodo d’inventariare (sia permessa l’espressione) le cognizioni che abbiamo e di maneggiarle piú facilmente mercé i rapporti certi e costanti, ch’essa ci mostra tra le nostre varie idee.

I metodi e le formole, che somministra questa scienza universale, applicati alle scienze particolari, formano quella che chiamasi «metafisica delle scienze»; diversa dalla scienza della metafisica, ma che non potrebbe esistere senza di essa. Dal retto uso di queste formole si acquista quello spirito ampio, chiaroveggente e versatile, che forma la prima caratteristica del (i) Merita su questo esser letto Vico, De nostii tempons studio» uni ustione.