Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/47

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L’ideologo adunque incomincia le sue ricerche ove le finiscono il logico e l’ontologo, e le spinge molto piú innanzi. Costoro si contentano di aver le idee e lavorarci sopra: quegli ne vuol saper l’origine, l’associazione, il vario modo di comporle e di scomporle, di metterle in opera; e quindi la teoria delle nostre sensazioni, della immaginazione, della memoria, della ragione, ecc. Né qui si arrestano le sue ricerche; ma, dopo aver sciolto o creduto di sciogliere il primo problema: — Come avviene che io abbia delle idee? — se ne propone un secondo, piú ardito ancora, e dimanda: — Le mie idee son dentro di me: or come avviene che, da ciò che è dentro di me, io passo a ciò che è fuori? come, da ciò che io sento, conchiudo ciò che è? — Problema da cui dipende tutto quello che chiamasi «criterio della veritá *; problema che gli antichi conoscevano, ma che in questi ultimi tempi si è riprodotto quasi come una novitá; problema che rimarrá forse sempre irresoluto, e ciò senza danno delle scienze, ma che potrebbe esserlo forse con grandissimo vantaggio. Rimarrá irresoluto senza danno, perché, non potendosi cangiar la natura né dell’universo né del nostro spirito, le nostre cognizioni saranno sempre le stesse; potrá esser risoluto con gran vantaggio, perché, scoprendo noi nuovi rapporti tra le operazioni del nostro spirilo ed i fenomeni dell’universo, potremo ampliare e facilitar la cognizione dell’uno colla cognizione dell’altro. Forse potrebbe essere che quelle, che noi chiamiam leggi cosmologiche, non siano in veritá che leggi ideologiche; forse, senza essere le stesse, potranno esser simili, come conseguenze di una legge unica, che governa ed il grande ed il picciolo mondo; forse... È impossibile enumerare tutte le conseguenze che potranno risultare da tali ricerche; ma è certo che da esse può ricevere la ragione umana un’ampiezza maggiore.

Questa scienza noi riserbiamo, siccome abbiam detto, all’universitá. Ma è necessario che alla medesima se ne accoppii un’altra, onde la cognizione dell’uomo sia perfetta. Imperciocché l’uomo consta di due serie di fenomeni, de’ quali sogliamo chiamar alcuni fisiologici ed altri psicologici ; e questi secondi