Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/56

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giovinetti, i genitori dei quali o non sappiano o non vogliano o non possano darla.

Ma questa stessa ragione, per la quale è necessitá di conservare i collegi, ne determina il modo come debbano esser conservati. Prima l’istruzione era subordinata al collegio: è necessitá invece che il collegio sia subordinato all’istruzione. Il collegio sará un convitto: potrá esservi in tutti i ginnasi; potrá esservi in tutti que’ luoghi ne’ quali vi sono stati finora; potrá, sotto la vigilanza della pubblica autoritá, aprirne e mantenerne chiunque vuole: il governo ne terrá uno per provincia. Ma essi non avranno scuole separate, ed i convittori dovranno ricevere l’istruzione da quell’istesso liceo da cui la ricevono tutti gli altri cittadini. La ragione è chiara: subordinare il liceo al collegio sarebbe lo stesso che escludere dall’istruzione chiunque non può spendere tanto da mantenersi nel medesimo. Duplicare le cattedre per uso de’ soli collegi è una superfluitá di spesa, che cade a danno della vera istruzione. Questi collegi avranno de’ regolamenti particolari. Abbiam creduto che la loro amministrazione interna dovesse essere sotto la vigilanza di un consiglio composto dalle principali autoritá c dai principali proprietari della provincia: in tal modo l’educazione morale della gioventú si affida a coloro i quali meritano e godono fiducia maggiore, e ciò contribuisce al tempo istesso a rendere migliore l’educazione de’ giovinetti e maggiore la fiducia de’ loro genitori; il che in ogni stabilimento pubblico, e specialmente ne’ nuovi, suol essere la cagione piú efficace del loro buon esito.

Vi saranno in questi collegi provinciali quelle lezioni, le quali, sebbene non servano all’istruzione necessaria ed utile, pure forman parte di quella urbanitá, la quale, mentre par che non contribuisca direttamente ai progressi di niuna arte e di niuna scienza in particolare, tutte in generale le fomenta e le promuove, ispirando un certo amore di comodo e di bello ed un certo rammorbidimento di costumi, senza del quale niuna arte e niuna scienza si coltiva. Vi sono anzi alcune tra esse che si posson <1 ire di evidente utilitá in tutte le circostanze della vita: tale è