Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/59

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nere le scienze imperfette. Le scienze, a proporzione che si perfezionano, estendono i loro rapporti colle scienze vicine; ed a vicenda, a misura che tali rapporti si estendono, le scienze si perfezionano.

La seconda legge, che ci abbiamo imposta nell’organizzare le cattedre, è stata quella di disporle in modo che ciascuna dasse in tutta la sua ampiezza la cognizione di quella scienza che si vuole insegnare; e se mai una scienza è divisa in molte cattedre, abbiam fatto in modo che siavi un nesso tra loro, onde il risultato di tutte sia completo. Uno de’ difetti della istruzione è quello di trattenersi troppo sopra una o due parti di una scienza, trascurando le altre: l’istruzione vera è quella che tutte le parti dello scibile ci presenta ben ordinate, tutte ce le addita e ci mette nello stato di poter da noi stessi trattenerci intorno a quella che piú ci piace.

Abbiam seguito nella divisione delle cattedre lo stato presente delle nostre cognizioni. Spesso abbiam riunite delle cognizioni, che in apparenza sembrar potrebbero diverse, e delle quali ciascuna avrebbe potuto meritar una cattedra particolare; ma niuna delle medesime offriva materia sufficiente ad un intero corso di lezioni. Noi abbiamo, per esempio, la botanica, la quale non è che l’anatomia de’ vegetabili ; inoltre abbiamo la fisiologia de’ medesimi, ne abbiamo la nosologia; ma né la fisiologia né la nosologia sono perfezionate tanto da offrir materia di lezioni separate; e quindi le abbiam riunite alla botanica. I.a conseguenza di ciò si è che questa nostra divisione di cattedre ben potrebbe col progresso delle scienze soffrire qualche cangiamento ; e noi lo desideriamo. Abbiamo fissate quattro universitá in tutto il Regno: bene inteso però che non vi è alcuna necessitá che tutte e quattro si istituiscano nello stesso tempo. Forse ciò sarebbe impossibile ad eseguirsi, e nulla vi è di male che ciò si faccia a poco a poco. Abbiamo ritenuto il nome di «universitá» invece di adottar quello di «scuole speciali», perché il primo era antico tra noi e glorioso. Noi non avevamo altre scuole speciali che quella di Salerno; e questa istessa chiamavasi «universitá». In Francia,