Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/62

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precetti, che prima non altra ragione aveano che l’uso delle scuole. Si è dimostrato il principio fondamentale che la forza dello stile dipende dalla forza e dal numero delle idee presentate al nostro spirito; che dalla qualitá delle medesime dipende quello che chiamasi «genere di stile»; che, dato lo stesso numero e la stessa qualitá d’idee, l’effetto dello stile può esser accresciuto e variato dalla varia disposizione delle medesime. Si è calcolato l’effetto delle inversioni, onde far si che la seconda idea, che si presenta allo spirito del lettore o dell’uditore, acquisti forza maggiore dalle disposizioni che vi avea preparate la prima. Si è analizzata la stessa intrinseca natura delle parole; è diventato piti esatto l’uso delle proprie, piú ragionevole quello delle traslate; i tropi ed il linguaggio figurato, che una volta credevansi esser una irregolare aberrazione, si è dimostrato aver la loro ragione nello stesso fonte da cui la trae il linguaggio il piú ordinario della vita. Si è passato anche piú innanzi, e gli stessi principi, coi quali si era calcolato l’effetto delle parti di un discorso, si sono applicati al discorso intero; si sono calcolati gli effetti della varia disposizione sia delle idee sia degli affetti, o che si succedano o che coesistano; e quindi tutti i precetti che riguardano la disposizione del piú breve periodo fino alla disposizione di una tragedia e di un poema epico; precetti infiniti di numero, ma che lutti si possono ridurre a due soli: cioè a quello di non mai dividere la nostra attenzione, ed all’altro d’interessarla sempre con una ragionevole progressione, in modo che l’interesse, invece di diminuire, vada sempre crescendo. Né è tutto ancora: si è paragonato lo stile alle cose che esprimeva, e la bellezza si è calcolata relativamente alla veritá; si è paragonato alla natura dello spirito e del cuore degli uditori o de’ lettori, e si è calcolato l’effetto che si potea produrre dalla natura del soggetto sul quale si operava.

Tale è presso a poco il quadro di tutto ciò che la filosofía ha operato sull’eloquenza. Diremo che tutto ciò non sia che visione ed errore? Questo sarebbe duro a dirsi, durissimo a credersi; ma, quando anche si dicesse e si credesse, non