Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari – Periodo milanese, 1924 – BEIC 1795489.djvu/127

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ed i costumi e soprattutto le arti e le scienze altrui, e perciò piú facile ad imitar ciò che in esse vi è di utile o di vero.

Uno spartano fu per quasi sempre sette secoli lo spartano di Licurgo. Un ateniese trattava lo spartano da rozzo, il persiano da barbaro; ed avrebbe dovuto imparar dal primo il rispetto per la patria, dal secondo avrebbe potuto imparare l’amor dell’ordine e della sommissione. Ma chi poteva persuadere ad un ateniese che vi fosse qualche cosa da insegnare a colui che era nato sulle sponde del Cefiso? Voi credevate che un ateniese rispettasse Atene, e non era vero: appena rispettava gli ateniesi. Credevate che rispettasse gli antichi fondatori della patria, e Teseo e Codro e Solone, i vincitori di Maratona e Salamina; e non era vero: egli non rispettava che gli ateniesi suoi coetanei. Innalzarono a quel ciarlone di Dcinadc tante statue quanti erano i giorni dell’anno; ed aveano proibito a Milziade di mettere il suo nome sotto le pitture che rappresentavano la vittoria di Maratona! Ciò che essi facevan oggi, era precisamente l’opposto di quello che avean fatto ieri e di quello che avrebbero fatto dimani: ma un ateniese era sempre persuaso, e profondamente persuaso, di far sempre bene; e le sue tre occupazioni principali eran quelle di fare stranezze, dir male del passato e dimostrare che ciò che faceva oggi dovea esser eterno. Gli ateniesi vantavansi per i primi tra i greci. Il comico Lisippo avea detto: — Chi non vede Atene è stolto; chi la vede e non l’ama è piú stolto ancora; chi Lama e l’abbandona è stoltissimo. — Ma Isocrate, trovandosi presente alla commedia, disse: — Atene è simile ad una cortegiana: ciascuno la vorrebbe per un’ora, ma nessuno la soffrirebbe per moglie. — A forza di cangiar ogni giorno, Atene divenne vile agli stessi occhi suoi. La nazione che ha piú spirito pubblico è sempre quella che piú ama l’agricoltura e meno aborre la milizia. L’agricoltura tra tutte le arti è quella che meglio conserva la puritá de’ costumi ed il rispetto delle leggi. È un’osservazione costantissima, ripetuta sempre da Aristotele fino a Cowley, che, in tutte le rivoluzioni, in tutte le sedizioni, in tutt’i cangiamenti civili, la classe degli agricoltori è stata sempre la piú pacifica, la piú