Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari – Periodo milanese, 1924 – BEIC 1795489.djvu/132

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di esser riesaminate oggi in tanta luce di filosofia. E, poco dopo di lui, venne l’altro vastissimo ingegno di Dante, il quale, forse prima di ogni altro, concepí l’idea di governo regolare, stanco dell’anarchia che allora lacerava l’Europa.

A Dante i disordini pubblici destaron in mente tutte quelle idee politiche onde riempi il suo divino poema e la sua Monarchia. Disordini diversi, ma non minori, furon, quasi tre secoli dopo, cagione delle profonde osservazioni di Macchiavelli. Dante avea osservata l’anarchia in popoli forti, armigeri, semplici e che tendevano alla civile perfezione, ed avea desiderato l’ordine e l’unitá. Macchiavelli osservava la corruzione de’ popoli che dir si potevan fracidi prima di esser maturi, la decadenza di ogni virtú civile, di ogni arte, di ogni valor militare, i piccioli vizi della viltá piu distruttivi di quelli della ferocia, ed avea concepite le prime idee di virtú pubblica e di tattica militare. Ma dopo la morte di Dante la sorte dell’Italia migliorò; peggiorò dopo la morte di Macchiavelli. Quindi gli studi politici dopo Dante si perfezionarono; dopo Macchiavelli si corruppero. L’Italia divenne provincia della Spagna. Filippo secondo, con una politica feroce e sospettosa, non solo corruppe gli ordini, ma anche tutti i principi della legislazione. Questa scienza, rinata in Italia per gli esempi di utile industria, di liberalitá di ordini, di civiltá di costumi, che noi avevam date alle altre nazioni, e per la mente sublime di Macchiavelli, ma rinata guerriera, nobile, generosa, divenne in breve tempo sedentaria, sospettosa, terribilmente mistica. L’arte di render felici i popoli fu confusa coll’arte di far fortuna in una corte; l’uomo di Stato fu confuso col cortigiano. Coloro che non hanno letto Macchiavelli chiaman questa tale politica < macchia vellica». Coloro che non conoscono l’Italia la chiamano «italiana». Essa intanto non è né macchia vellica né italiana, ma nacque qualche mezzo secolo dopo Macchiavelli, e fu introdotta in Italia dietro gli esempi spagnuoli. Si potrebbe chiamar la politica di Filippo secondo e di Ferdinando il cattolico. Il primo forse a scriverne un trattato fu Perez. Aperta una volta la via, tutti,