Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari – Periodo milanese, 1924 – BEIC 1795489.djvu/135

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anomalie, calcolabili per forza de’ principi che egli piantava. Ma Vico avea precorso di un secolo la sua etá, né gli uomini dai suoi principi seppero trarre tutto il frutto. Fermentarono però a poco a poco, ora in questo ora in quel luogo, ma in Italia meno che altrove; e gl’ italiani, i quali credono Vico inintelligibile, ricomprano poi dagli esteri a minuto ciò che Vico avea donato all*ingrosso. Rimane però ancora aperta da Vico una via immensa, per la quale chi vorrá correre raccoglierá per gli studi politici la gloria di aver insegnate nuove, grandi, utilissime veritá.

Io non parlerò né di Filangieri né di Beccaria né di Pagano né di tanti altri, che una parte o un’altra han coltivata della scienza della legislazione, ché di questi il numero sarebbe infinito; ma finirò esponendo un mio voto, cioè che qualcheduno, amante della gloria italiana, imprenda a scrivere una storia della scienza della legislazione in Italia, incominciando dall’epoca di san Tommaso fino ai giorni nostri. Questa storia, non iscritta né da pedante né da semplice erudito, ma da uomo che conosca profondamente la scienza, dovrebbe esser non tanto la storia degli uomini quanto quella delle idee; dovrebbe incominciar da quelle prime semplicissime e rozze per le quali la scienza risorse, paragonarle ai tempi, seguirne lo sviluppo, indicarne le applicazioni, le conseguenze, l’uso fattone tanto in Italia quanto fuori dell’Italia, mostrare l’influenza della scienza sullo stato civile, ed a vicenda l’influenza dello stato civile sulla scienza. Questa storia, scritta in tal modo, sarebbe il piú utile trattato di legislazione, perché ardisco dire che nessun’altra nazione ha tanti scrittori, tanto vari e tanto eccellenti in questo genere, e mostrerebbe forse la veracitá di quell’epiteto che Virgilio, profondo conoscitore delle menti degli uomini, dá come carattere eterno degl’ingegni italiani. 24 decembre 1804.