Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari – Periodo milanese, 1924 – BEIC 1795489.djvu/141

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Gran parte dell’Europa fa grandi progressi verso un ordine migliore.

In Francia nell’anno scorso le opinioni sono diventate piú concordi, gli ordini piú regolari. Le idee di rivoluzione, divenute una volta estreme, han fatto avverare il detto di Mirabeau che l’esaltazione de’ principi altro non è che la distruzione de’ principi. Ma, incominciando tali idee a retrocedere dal 1795, non potevano arrestarsi se non giunte ad una forma di ordine regolare. Imperciocché ciascun costume richiede una forma di governo, e ciascun governo ha in sé talune parti essenziali, senza le quali, invece di costituzioni, si hanno que’ mostri politici, i quali soglion aver la vita di un almanacco. Possono sembrar sublimi agli occhi de’ mezzo-sapienti, ma sembrerebbero comici agli occhi de’ sapienti veri, se l’esperimento de’ medesimi non costasse tanto all’umanitá. Riconosciuta una volta necessaria la concentrazione del potere, è indispensabile renderlo ereditario; altrimenti sarebbe lo stesso che aprir la via a perpetue guerre civili. Esempio ne sia la Polonia. Né vale il dare al primo magistrato il diritto di nominar il suo successore, poiché l’esempio di Roma antica e della Russia ben dimostrano che questo ordine di successione non basta a render lo Stato sicuro dai tristi effetti dell’ambizione de’ privati. Reso una volta il potere ereditario, è necessario rivestirlo di tutte le apparenze esteriori della dignitá, perché queste acerescon la forza della opinione, e la forza delle opinioni serve a risparmiar quella delle armi, della quale non si può mai far abuso senza pericolo. Un governo, il quale non ha per sé la forza dell’opinione, si chiami pure con quel nome che si voglia, sará sempre un governo militare, il pessimo di tutti. Un governo, il quale, avendo giá tutto il potere, procura di fortificarsi coll’opinione, se questa opinione non è di sua natura teocratica, tende a cangiarsi da governo militare in governo civile. — Tale è l’ordine delle cose, immutabile, eterno. L’arrestarsi dopo una rivoluzione in mezzo a questa progressione è lo stesso che dar fine ad una rivoluzione per incominciarne un’altra.

Le idee possono ancora rimanere discordi, ed è inevitabile