Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari – Periodo milanese, 1924 – BEIC 1795489.djvu/145

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liberalitá, gridano contro la medesima, quasi fosse sfrenata licenza e quasi accelerasse la mina dello Stato! Non vi è nessuno dunque il quale dica: — Gli antichissimi errori, figli della barbarie de* goti e dei longobardi avean destato quei reclami, i quali si chiamavan «della filosofia», sol perché non si voleva intendere che eran de* tempi e de’ popoli. Le crisi sono nate dall’ostinazione per cui i governi non hanno voluto mai soddisfarli. Con una savia moderazione, invece di rivoluzioni distruttive, si sarebbero ottenute utili riforme. Il ritornarvi oggi e l’ostinarsi di nuovo a sostenerli sarebbe lo stesso che preparare una nuova rivoluzione o tener lo Stato in perpetua debolezza. — È un’osservazione costante che, da tre secoli in qua (anzi si potrebbe dire dall’epoca delle crociate), tutti gli Stati dell’Europa sono cresciuti di forza per (’accrescimento del numero, dell’industria, dell’attivitá di quella parte della popolazione che chiamavasi in Francia, e si potrebbe chiamar presso ogni nazione, «terzo Stato». Quelli tra’ popoli dell’Europa furono i primi a risorgere dalla barbarie, dall’ignoranza, dalla debolezza, che primi sollevarono questo terzo Stato. Tali furono l’Italia, l’Inghilterra, la Spagna. Quei popoli ne’loro progressi si arrestarono, che, per la forma del loro governo, tennero questo terzo Stato piú oppresso: l’oligarchica Venezia, la Polonia.

Quei popoli soffrirono rivoluzioni e sedizioni asprissime, ne’, quali il terzo Stato né fu distrutto né ottenne giustizia: la Danimarca nella memorabile sollevazione del 1660 e l’Inghilterra nell’epoca di Giovanni senza terra, ecc. E non vi è termine di mezzo. Lo stato di oppressione è uno stato di guerra. Uno de’ due: o convien che la classe predominante distrugga la serviente, o convien che divida con lei tutti i vantaggi della vita civile. Nel primo caso, eviterá le sedizioni interne, perché agli estremamente miseri, che soffrono pazientemente, la miseria toglie loro, come diceva Omero, la metá dell’anima; ma, invece delle sedizioni interne, avrá debolezza esterna grandissima, e sará lo Stato esposto al furore del primo che vorrá occuparlo. Tale è stata la sorte della Polonia; e perché non direm