Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari – Periodo milanese, 1924 – BEIC 1795489.djvu/148

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i piú atti a tal fine; e come no, se le leggi son tutte fatte per difendere i proprietari? Ove però non si tratta di custodire ma di agire, ove non basta la volontá ma vi bisogna la mente, è necessario sostituire alla semplice proprietá l’educazione; che vai quanto dire mettere il merito personale nella stessa linea della proprietá. Quella parte di popolo, dice lo stesso Aristotele, la quale non ha né proprietá né educazione, sará subordinata se sará contenta: è un gravissimo errore darle tutto e non darle nulla.

La rivoluzione francese ha mostrati i funesti effetti del primo errore. Ora tutta l’Europa tende ad evitare il secondo, e si evita coll’uniformitá delle leggi; coll’abolizione de’ privilegi, i quali per lo piú sono ingiustizie; coll’eguaglianza de’ tributi, i quali, divisi tra molti, diventano meno gravosi a ciascuno; coll’abolizione delle classi, non lasciando altra distinzione che proprietá e merito personale; colla tolleranza religiosa, che, mentre dispensa ciascuno dalle cerimonie, impone a tutti piú severamente i doveri della morale.

Da questa uniformitá di diritti e di leggi nasceranno, a creder nostro, tre grandissimi beni. Il primo sará la perfezione della milizia, poiché essa non è perfetta se non dove il nome di «soldato» si alterna con quello di «cittadino»; e questo non può avvenire se non dove non siano né esenzioni né privilegi. 11 secondo sará un perfezionamento di morale pubblica, la quale io credo perfezionarsi sempre che acquista energia; e l’energia cresce sempre ove si tolga la fiducia di poter ottener molto senza far nulla. Imperciocché questa fiducia invilisce gli animi, e gli uomini annovereranno tra i diritti loro quello di non far nulla e di divertirsi. — Pensare — dicono gli ottentotti — è il tormento della vita; — ed io dirò che molti in Europa, che si reputan grandi, sono ottentotti. Questa proposizione sembrerá un paradosso, e pure non lo è. L’ottentotto è un uomo il quale crede che nulla gli manchi: il falso grande crede di aver tutto: i due estremi si toccano. II terzo vantaggio, e massimo, sará quello di abolire l’antico pregiudizio che condannava all’ignominia l’utile industria, e specialmente l’agricoltura. Divenuta