Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari – Periodo milanese, 1924 – BEIC 1795489.djvu/153

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senza il consiglio e l’approvazione di un’accademia! — Maledetto quell’uomo! Un giorno pretese saper meglio di me qual fosse la patria di un uomo che egli non conosceva e che era mio compatriota ed amicissimo. Un altro giorno mi volle sostenere che, di due strade, delle quali una andava per un arco di cerchio, l’altra per la corda corrispondente, la prima fosse piú breve della seconda!

Si leggevano un giorno alcuni versi di un autore vivente.

Eran molti gli uditori: ciascuno diede il suo giudizio, ciascuno del giudizio suo diede la ragione; ma tutti, ragionando ciascuno in un modo diverso, conchiusero che i versi non valevano nulla.

— Non vi è nulla di dantesco — diceva uno. Un altro: — Nulla di petrarchesco. — Tutto Metastasio; — un terzo. Un quarto: — Neppur una sillaba di greco. — Un uomo, il quale solo tra tanti non avea pronunziato verun giudizio, mi disse: — Traduci tutte queste parole nella lingua vera, cioè in quella delle idee. Sai che voglion dire? Nient’altro che questa frase: «La circonferenza del mio cranio è la circonferenza della natura: tutto quel bello e tutto quel vero, il quale non sta dentro le mie meningi, non può esistere nell’universo». E se questa frase intellettuale la vuoi restringere, puoi formarne un’altra di due sole parole: «Ignoranza e superbia». — E fin dove non ispingono gli uomini questi due potenti motori della vita de’ mortali?

Alcifrone si crede offeso da Filisto. Ha torto, ma crede di aver ragione. Filisto compone un’ode, ed Alcifrone risolve di farne la satira. Avrá piú ragione o piú torto nell’antica sua lite? No, perché la lite nulla ha di comune coll’ode. Ma non importa: sfogar la bile è necessitá, come lo è il mangiare, il dormire, ecc. — E se l’ode fosse bella? — Non importa, ancorché sia bellissima: la satira si fa. — Cosí mi disse Alcifrone, ed io, che non sapeva come si potesse far la satira ad una cosa bella, glielo domandai. — Si vede — mi rispose — che sei novizio nella letteratura. Osserva tu queste cinque parole e nota bene: una non è nella Crusca; l’altra vi è, ma è registrata come verbo neutro e l’autore 1’ha usata attivamente; la terza è verbo attivo messo per neutro...