Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari – Periodo milanese, 1924 – BEIC 1795489.djvu/184

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Herreschewand né di Smith, e dimanderò a Meiners e ad Heyne: è dimostrato che la Grecia e l’Italia avessero tanta scarsezza di moneta quanto voi ne dite?

Tutti gli argomenti di Meiners son tratti da un capitolo del «sapiente conviviale consarcinatore» Ateneo<0, il quale dice che «l’oro e l’argento eran rari in Grecia e divennero comuni sol dipoi che i focesi saccheggiarono il tempio di Delfo, ed eran rari a segno che gli spartani, volendo indorare il volto del loro Apollo amicleo [a far ciò bisognavan poco piú di sei zecchini di oro], e non avendo l’oro necessario, né sapendo onde averlo [perché erano piú ignoranti che miseri], spedirono legati in Delfo a consultar l’oracolo, e la Pitia rispose loro che mandassero da Creso, dal quale finalmente l’ottennero». E tutto ciò avvenne nel tempo di Creso, cioè di Solone; nel tempo in cui fu pescato il celebre tripode di oro, il quale fu dato in dono ai sette sapienti della Grecia e fu in conseguenza offerto anche a Pittaco, che era spartano; ma costui volle piuttosto appenderlo al tempio dell’Apollo delfico che impiegarlo ad indorar l’altro Apollo suo concittadino. Solito vizio de’ letterati, i quali non istimano se non quegli uomini che divide da loro o qualche grado di meridiano o qualche secolo di etá ! «E dopo questa epoca Gerone siracusano [ch’ebbe commercio e guerra coi cartaginesi, i quali, come tutto il mondo sa, facevano frequenti guerre ed esercitavano ampio commercio senza denari], Gerone volle anche egli fare un regalo in oro ad Apollo, e non trovò oro di sorta alcuna in tutta la Sicilia, e fu costretto a chiederne inutilmente a molti, finché finalmente trovò in Corinto un tale che gliene vendette quanto ne volle comprare, e poscia ne prese quanto ne capeva nelle mani e gliene fece un dono...».

Sia detto tra di noi: non è meglio citar le favole di Esopo? Non vi sará piú di veritá, ma vi si troverá molto piú d’istruzione. Se io dovessi scriver sulle ricchezze della Grecia, seguirei altri dati, piú semplici ma piú certi. Quando Pericle prese le redini del governo di Atene, trovò riposta nel pubblico tesoro (i) Ateneo, VI, 4 -