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XXIV

LA POLITICA INGLESE E L’ITALIA

I

Gl’inglesi sono i nemici di tutt’i popoli della terra. Gli altri popoli disputano tra di loro per proprietá private; uno sará in lite coll’altro; ma non vi è nessuno il quale voglia e possa esser in lite con tutti, perché né potrebbe né vorrebbe invadere le proprietá di tutti. Quella è la sola, tra le proprietá comuni di tutti i popoli, che potrebbe esser invasa; e il commercio appunto, l’industria di tutt’i popoli è quella che pretendono invadere gl’inglesi; nemici perciò di tutti i popoli, e tanto piú crudeli quanto che, non delle terre e degli altri beni che son fuori di noi, ma della industria, del lavoro delle proprie mani, della vita istessa di tutti gli uomini pretendono divenir padroni. I governi s’ingannano sul conto degl’inglesi, perché, per l’ordinario, i governi voglion misurare la grandezza del loro impero dal numero delle poste che deve fare un corriere per recar gli ordini alle frontiere. Non reputano loro rivali se non coloro che minacciano di diminuir questo numero. Se un altro loro dice: — Io non restringerò le vostre frontiere, anzi le estenderò maggiormente, se lo vorrete, purché non sia a mie spese; — ma nel tempo istesso riduce, distruggendo l’industria, tutta la superficie compresa tra queste frontiere a deserti, talché dieci provincie non vagliano per una sola; questi non solamente non è riguardato come nemico, ma spesso è riputato amico. Tale è la storia de’ rapporti degl’inglesi con tutte le potenze del continente. I mali gravissimi e continui che fan gl’inglesi offendono direttamente i popoli ; e vi sono purtroppo de’ governi i quali separano i loro interessi da quelli de’ popoli. Che ne avviene? Sopraggiunge o presto o tardi il momento del pericolo,