Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari – Periodo milanese, 1924 – BEIC 1795489.djvu/214

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né si può regger mai alla concorrenza degli altri popoli, senza molte macchine, molta istruzione e moltissimi capitali. Or tanto le macchine quanto le associazioni e l’istruzione ed i capitali esigono grandi anticipazioni e gran fede pubblica: due cose che chieggono governo ricco e forte. I sudditi del duca di Modena potevano bèn essere industriosi quanto volevano, ma non mai le manifatture di Modena avrebbero potuto reggere nella concorrenza a fronte delle inglesi, perché non mai potevansi avere quelle macchine che sono in Inghilterra, molte delle quali costano forse tanto quanto il duca di Modena avea di rendita in un anno.

Questo fa si che le arti rimangono imperfette. Le manifatture straniere acquistano credito. La bilancia del commercio diventa svantaggiosa, ed allo svantaggio del commercio si unisce la degradazione dello spirito pubblico. I nostri provveditori diventano facilmente nostri maestri, ed i nostri maestri passano ad essere nostri signori. Sopra cento teste, dice uno scrittore italiano, convien contarne cinquanta di donne e venti di fanciulli, i quali non sanno né il bene né il male, e ventotto altri i quali, senza aver, come le donne, il diritto di piacere, si credono dispensati, come esse, dalPobbligo di pensare. Or tutti costoro pensano e ragionan cosí : — In Inghilterra si fabbricano migliori panni, migliori tele, ecc.: dunque gl’inglesi sono superiori a noi. — Ed allora lo spirito pubblico è perduto, perché è estinta ogni stima di noi stessi. Come resistere a quel popolo che noi crediamo superiore?

Tutto questo era avvenuto in Italia, e l’Italia avea bisogno di essere rigenerata. E qui incomincia la serie de’ benefici del gran Napoleone.

I. L’Italia avea bisogno di scuotere il giogo di qualche antico pregiudizio non favorevole all’agricoltura ed alle arti. La rivoluzione di Francia li avea tutti attaccati, ma della Rivoluzione si può dire ciò che Cicerone diceva di alcuni del suo tempo: «non tam innovandarum ret urn cupidi, quam everten darum *. Se la Rivoluzione ha prodotto qualche bene, tutto si deve a Bonaparte, perché una rivoluzione, che è di sua