Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari – Periodo milanese, 1924 – BEIC 1795489.djvu/215

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natura un male, non diventa un bene se non quando è finita; e Bonaparte è quegli, che, afferrandola potentemente, ha saputo fermarla in mezzo al suo corso senza far retrocedere l’umanitá con una controrivoluzione.

II. L’Italia avea bisogno di veder ridestato l’antico suo spirito militare, senza del quale non vi è mai né vera forza né durevole grandezza. Molti altri sovrani avean tenuta chi questa, chi quella parte dell’Italia. Tutti, lungi dal fomentare lo spirito militare, avean tentato di deprimerlo. Questa era la massima del governo veneto: questa la massima del governo spagnuolo, seguita anche dall’austriaco nel ducato di Milano. Il governo pontificio, per la propria sua natura, non poteva aver altra istituzione; non altra potevano averne gli Stati di Modena, Parma, Toscana per la propria loro picciolezza. Il governo di Spagna esentava per denaro i cittadini dal nobile e sacro dovere di difendere la patria. — Pagate — diceva il governo ai cittadini — e rimanetevi nelle vostre case. — Che comoda cosa! — dicevano i popoli; — paghiamo e non faremo nulla. — Che bellissima cosa! — dicevano i ministri: — introitiamo denari e ci liberiamo dalla cura penosa di dover tenere a freno un popolo valoroso. — Stolti che siete, governo, ministri e popolo! — si avrebbe potuto dire. — Voi, governo, perderete le provincie; voi, popoli, crederete esser tranquilli e sarete il trastullo e la vittima di chiunque vorrá occuparvi. Per odiar troppo la guerra, la renderete piú frequente; per non aver voluto imparar l’arte di vincere, sarete sempre vinti. — Ecco ciò che ha detto il gran Napoleone ai popoli d’Italia, che ha riuniti. E questo è il vero fondar la grandezza italiana, questo il piú grande de’ benefici suoi. iv Tutte le masse, che componevano l’Europa politica, tendono a riunirsi. Volersi opporre a questa tendenza è stoltezza, la quale finisce col rovinare chiunque la commette. È falsa e diventa infine funesta ogni politica, la quale separa il bene proprio