Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari – Periodo milanese, 1924 – BEIC 1795489.djvu/23

Da Wikisource.

discordi e contro altri irritati. Divenuta una volta potente, s’indebolí, perché attese piú ad estender l’impero che ad accrescer le forze, piú a moltiplicar i segni della ricchezza che le ricchezze reali. Nel ramo austriaco di Spagna l’espulsione de* mori; la piú lenta ma non meno distruttrice persecuzione de’ giudei e degli eretici; l’oppressione di tutte le provincie lontane, nelle quali governatori duri e rapaci desolavano tutto, onde potere scrivere alla loro corte di esservi la pace, sol perché vi era il silenzio delle tombe; la totale distruzione dell’America^ — nel ramo di Germania, le stesse querele teologiche; la smania di voler primeggiare nell’impero, mentre opprimeva, lacerava l’Ungheria, la quale valeva piú dell’impero; le guerre civili tanto d’Ungheria quanto di Boemia, inasprite per talune dispute sopra taluni dittonghi ; le forze de* turchi rese piú formidabili dalle interne divisioni: — tutto insomma rendeva la potenza austriaca simile ad un colosso che avea i piedi di creta.

Se la Spagna, potendo riunir l’Italia o formarvi un grande Stato, l’avesse fatto, avrebbe ottenuto un eterno potentissimo alleato. Ma il fato avea riserbato ad altri tempi l’uomo grande cui era commesso questo disegno. La volle ritenere distruggendola. Montesquieu dice che la ritenne arricchendola: da troppo impuri fonti avea bevuto Montesquieu la storia nostra! Dopo averli impoveriti e spopolati, questi paesi divennero per la Spagna cagioni di spesa e non di forza. Difatti la Francia attaccò sempre la Spagna, non giá nel centro della monarchia, ma nella Borgogna, nelle Fiandre, nell’Italia, nelle provincie lontane, le quali non si potevan difendere per loro stesse, ed i successori de’ bravi Gonsalvi, De’ Leva e D’Avalos si perdettero inutilmente sulla Mosa e sul Po. La Spagna s’indeboli per conservar ciò che conservar non poteva.

Quando l’onnipotente ma imbecille (qualitá non contradittorie) Olivares propose di darsi al re il titolo di «grande», vi fu un corteggiano di buon senso, il quale disse: — La nostra monarchia s’ingrandisce ogni giorno, ma al modo de’ buchi, perdendo sempre qualche cosa. — Filippo secondo commise anche un altro errore: fomentando