Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari – Periodo milanese, 1924 – BEIC 1795489.djvu/258

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Avremo una malattia? Consulteremo l’orologio. Finiranno tutte le liti, tutti gli errori, tutti i disordini; ed il mondo, divenuto di nuovo aureo, camminerá da se stesso come un orologio!».

XCII. — Dell’urbanitá letteraria (n. 31, 13 marzo). Si veda sopra, pp. 145-8.

XCIII. — XXXIII iscrizioni militari di G. B. Giovio con XXXIII articoli storici, Como, Ostinelli, 1804 (n. 34, 20 marzo). Piace veder tra i nomi dei guerrieri, a cui son consacrate queste iscrizioni, anche quello di Socrate. Piace che in uno degli articoli storici si confuti il pregiudizio, a cui accedè anche l’Alfieri, che Orazio e Virgilio, per adulare Augusto, defraudassero delle dovute lodi Cicerone. Ed è da sperar per ultimo che le urbanissime osservazioni del Giovio sul libro della Staci, ove tanti falsi giudizi si dánno sulla letteratura italiana, inducano una scrittrice cosí ricca d’ingegno e di grazia a ripensar sull’argomento, in guisa che, «conoscendo meglio i fatti, quei fatti che neanche in Francia sono ben conosciuti, ci dia un libro piú degno dell’Italia e di lei stessa».

XCIV. — Sul Regno d’Italia (nn. 39, 40, 41; 1, 3 e 6 aprile).

Si veda sopra, pp. 149-158.

XCV. — Varietá (n. 40, 3 aprile).

Una raccolta di detti di buoni sovrani sarebbe educativamente utile, perchè «gli esempi degli uomini grandi operano non solo sulla ragione, ma anche sulla vanitá, che può negli uomini piú della ragione». Nella qual raccolta il nome di Napoleone non terrebbe l’ultimo luogo. XCVI. — Principi di legislazione universale di Stnith d’Avenstein, prima edizione milanese, tomo I, Milano, Nobile, 1805 (n. 44, 13 aprile).

«Gli italiani nel secolo scorso hanno avuto il torto, non giá di tradurre, ma di voler tradurre tutto... Oggi però si va all’estremo opposto, ed abbiamo il torto di aver quasi interamente rotte le comunicazioni letterarie coi popoli vicini. Non sarebbe, per esempio, desiderabilissimo che ci fosse in Italia un giornale addetto a farci conoscere le produzioni della letteratura e delle scienze del Nord? I francesi, sebbene soverchiamente vilifícatori di tutto ciò che non è francese, pure ne Ilari compresa la necessitá, e giá si rinnova in Parigi una Biblioteca germanica. Perchè non possiamo aver anche noi commercio diretto, e dobbiamo aver bisogno di sensali?». Quanto poi alla scienza della legislazione, essa, ancor pura quando era