Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari – Periodo milanese, 1924 – BEIC 1795489.djvu/266

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  • CXLIV. — Politica (n. 165, 17 novembre).

Le rapide vittorie della Francia hanno distrutto non solo l’esercito austriaco, ma anche quelle «armate di carta» che i gazzettieri tedeschi facevan marciare da tutti i punti di Europa in soccorso dell’ Inghilterra.

  • CXLV. — Le giornate del Brembo, novelle morali di Cosimo

Galeazzo Scotti barnabita, parte seconda (n. 171, 23 novembre).

  • CXLVI. — Tavola generale de’ principi della lingua/rance se di

Antonio de la Girade (n. 172, 24 novembre).

  • CXLVII. — Collection de decisione nouvelles et de notions relatives á la jurisprudence, donnée par MM. Denisart, 8 m ® édition (ivi).
  • CXLVIII. — Contro talune infondate asserzioni «milanesi»

del Corriere d’Inghilterra (n. 173, 25 novembre).

  • CXLIX. — L’ateistno e Lalande (n. 183, 5 decembre).

Agli occhi della ragione, l’ateismo è ■ una proposizione la quale non si potrá mai dimostrare; un’opinione, dice Platone, la quale nasce dal giovanile puntiglio di voler contraddire un’opinione comunemente ricevuta dai piú vecchi»; opinione la quale, facendo sostituire «ciò che non s’intende a ciò che non si sa, non può nell’etá matura rimaner se non come un vizio di abitudine». Agli occhi della societá, «l’ateismo è il complemento della corruzione. Questa massima, che può aver qualche eccezione quando parlasi dell’individuo, non ne ha nessuna quando si tratta d’una societá. Un ateo può esser virtuoso: la ragione in lui può tener luogo di legge. Non può esser atea una societá, perchè non è possibile che tutti abbiano tanta dose di ragione quanta ne è necessaria per esser savio. Quando Bayle componeva quella sua cittá di atei, credeva comporre una cittá e formava un’accademia*. Che se poi si domandi donde sia derivata la «follia» di gloriarsi del titolo di ateo (eh’è appunto quella del Lalande), riesce facile additar l’abuso che s’è fatto nei secoli scorsi e si fa tuttora di codesto epiteto. «Ateo è stato chiamato Socrate; ateo Aristotele; ateo Cartesio; atei Locke, Leibnizio, Wolfio, ecc. Ed il piú bello si è che Cartesio era ateo perchè contrario ad Aristotele, Locke perché contrario a Cartesio, ecc. Ciascuno de’ grandi uomini è stato ateo e non ateo a vicenda». Soli a non esser mai tali sono stati i pedanti. Onde, «a lungo andare tutti dovean preferire Tesser accusati con Socrate, Aristotele, Cartesio e Locke, anziché accusatori coi pedanti».