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necessitá vi è mai di perire per gli stessi mali per li quali son perite le nazioni antiche?
Questa storia della societá indica tutte le parti della sua economia ed i rapporti vicendevoli di queste parti. Il superfluo avea fatto nascere, nella prima epoca, l’idea della proprietá civile e della ricchezza, imperocché la ricchezza non è se non ciò che supera i nostri bisogni e che noi, non essendo costretti a consumare per conservar la vita, possiamo impiegare a sussister meglio; e vera proprietá civile non vi è se non quando il consenso degli uomini è convenuto in creder dominio mio non solo ciò di che attualmente io uso (questo non è che possesso), ma anche ciò che io ho prodotto o occupato e di cui intendo far uso una volta. La prima proprietá fu la terra; la terra fu il primo capitale; la terra e la popolazione sono i primi oggetti della statistica, e la maggior parte dei progressi che una societá possa fare in terre ed in industrie consiste nell’aumento e nell’uso della terra, nell’aumento e nell’uso della popolazione.
La terra rimarrebbe un deserto senza la popolazione; la popolazione senza la terra non potrebbe sussistere; ed amendue rimarrebbero inutili ancora, se non venissero riuniti da quei vincoli che forman la societá: governo e leggi.
All’ombra del governo e delle leggi il primo effetto dell’industria umana è stato quello di moltiplicare e perfezionare i prodotti della terra; il secondo, di cangiar la forma de’ medesimi onde farli servire anche ad altri bisogni: quindi le arti primitive e le secondarie, e quindi una nuova attivitá nel commercio, senza di cui le arti, ristrette al solo uso individuale, non avrebbero veruno stimolo a moltiplicare e perfezionare i loro piodotti.
Il primo commercio fu di permuta: la varietá de’ bisogni del venditore, alla quale non sempre potea soddisfare il compratore, fece nascere la prima idea della moneta W; e la sua necessitá fu maggiore nella seconda epoca della societá, quando, (i) Digesto , XVIII, l {De contrahcnda empi ione’), I.