Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari – Periodo milanese, 1924 – BEIC 1795489.djvu/347

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Ma a Vico altro noi non dobbiamo che l’idea ed il metodo. Ai suoi tempi non si erano fatti ancora quei progressi che abbiam fatti dipoi nella cognizione delle rivoluzioni físiche della natura, le quali han dovuto di necessitá influire sulle rivoluzioni dell’uomo. Egli fa il mondo meno antico di quello che è. La sua cronologia è quella degli ebrei, cioè di una delle nazioni piú moderne della terra; vuol ridurre tutt’i fatti a questa cronologia; e questo fa si che egli sia poi costretto di dare alle nazioni uno sviluppo troppo rapido e non naturale. La storia siegue troppo da vicino la favola ; i «caratteri veri» seguono troppo sollecitamente i «caratteri favolosi»; per cui molte volte è costretto, per esser coerente ai suoi principi, di metter tra’ secondi quelli che appartengono evidentemente ai primi. Spesso rassomiglia a quei drammi spagnoli, che riuniscono nella breve durata di un giorno la vita intera di un eroe.

Da un secolo in qua noi ci siamo molto occupati di talune nazioni che non conoscevamo prima. I viaggi e le cognizioni astronomiche ci hanno dato il modo di conoscer meglio anche le antiche, che prima non sapevamo se non per nome. Che sapevamo noi, tempo fa, dell’Egitto, della Persia, della China, dell’India, ecc. ecc.? Queste nazioni hanno influito a vicenda su di loro, ed hanno sempre alterato lo sviluppo di tante nazioni, che, abbandonate a se stesse, ne avrebbero avuto uno diverso. Vico ha attribuito ben spesso allo sviluppo individuale di una nazione ciò che era l’effetto di un’azione esterna. Egli ha trascurato le due cause di guerra e commercio, che pure tanto hanno operato sullo spirito umano. Egli sapeva piú la storia di una nazione che quella dell’umanitá. Nel suo piano non entrano che gli ebrei, i romani ed i greci. Un pregiudizio indegno di lui gli fa riguardare la prima nazione come sagra, e come soprannaturale tutto ciò che in essa è avvenuto. Le altre due non gli offrono che esempi di sviluppi particolari, che egli tenta di render generali, ma che non convengono né a tutte le nazioni né a tutti i tempi.

Ma quello che in Vico vi è di piú inesatto è la soverchia rassomiglianza che ritrova tra la prima barbarie e la seconda,