Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari – Periodo milanese, 1924 – BEIC 1795489.djvu/349

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crede di saper tutto e non sa nulla : vi sono mille altre qualitá individuali in tutti gli esseri che egli ha accozzati nella stessa classe, che, se le sapesse, rigetterebbe tutte le sue classificazioni. Ogni stato, in cui una nazione si ritrova, è diverso dall’altro; ogni stato deve avere un nome diverso e merita un’osservazione particolare. Questo stato è un complesso di tante qualitá morali e físiche, che bisogna conoscere ad una ad una per potere definire lo stato medesimo. Gli ateniesi non sono mai stati simili ai romani. Quando Vico mi dice che tutti e due erano colti, non mi dice nulla, perché questa parola o non ha senso o, avendone, ne ha uno erroneo che mi porterebbe a creder simili due cose tra di loro dissimilissime. Questa soverchia metafisica di Vico ha fatto si che egli abbia trascurati i dettagli, che solo potean render utili le sue ricerche. Non ha analizzate le nazioni, le ha considerate in massa: ha dimostrato che tutte hanno un periodo, un «corso», per cui passano dalla coltura alla barbarie ed indi ritornano alla coltura. Ma, all’infuori di questa gran veritá, egli non ci dice quasi altro, e, dopo i suoi primi passi, rimane ancora molto altro cammino da farsi per giugnere alla cognizione dell’uomo e delle nazioni.

Ma, ad onta di questi difetti, piú de’ tempi che dell’uomo, Vico rimane ancora solo. Egli non cessa di esser uno de’ piú grandi geni di cui debba gloriarsi l’Europa. Nessuno di coloro che, dopo di lui, si son posti nella stessa carriera può stargli a fronte.

Mario Pagano non è che l’espositore di Vico. Boulanger, a cui nessuno vorrá negare il nome di uomo di molto acume e di un’immensa erudizione, si è ristretto, nelle sue ricerche, al solo corso delle idee religiose, ed in queste ricerche istesse vi ha portato piú spirito di sistema che esame, e piú erudizione che buon senso. Egli non vede da per tutto che imagini, che memorie del suo «diluvio». Io convengo che una catastrofe tanto terribile abbia data occasione a molte tradizioni, a molte memorie, a molti costumi; ma non saprei negare nel tempo istesso che a molti altri accidenti è stata la specie umana soggetta, delti quali ha conservata egualmente la memoria. Vi sono