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III

DUE FRAMMENTI D’UNA STORIA DELLA POLITICA

ITALIANA

FRAMMENTO PRIMO

f [Un mio amico conserva il manoscritto di uno de’ suoi antenati che visse nel secolo di Leon decimo, conversò col maggior numero de’ grandi uomini che fiorivano in quel tempo, ed ebbe parte in molti gravissimi avvenimenti. Se quest’opera si pubblicasse, si potrebbe intitolare Viaggio in Italia nel secolo di Leon decimo, e sarebbe egualmente interessante del Viaggio del giovine Anacarsi in Grecia.

Io non so se il possessore risolverá mai di pubblicarla; e, se debbo io giudicare da ciò che a me ne ha detto, mi pare che egli stia piú pel no che pel sí. Ma perché qualche altro italiano non si occupa oggi di questo soggetto, e non compone egli stesso un tal Viaggio ? Tra tante opere che ci si danno ogni giorno, buone, mediocri, cattive, questa non sarebbe certamente la meno utile e per la nostra istruzione e per la nostra gloria.

Al secolo di Leon decimo nuoce il prender il nome di un papa. Alessandro, Augusto, Luigi decimoquarto ridestano in noi alte idee d’impero e di grandezza. Ma cangiamo i nomi: invece di dire il «secolo di Leone decimo», diciamo il «secolo di Lionardo, di Rafaelle, di Michelangelo, di Benvenuto Cellini, di Palestrina, di Ariosto, di Tasso, di Macchiavelli», ecc.: il secolo in cui rinacquero tutte le arti e tutte le scienze, e tutte rinacquero in Italia, e dall’ Italia si diffusero per tutto il resto ancor barbaro dell’ Europa; si scopersero due nuovi mondi, e tanti mali e tanti beni si aggiunsero all’antico; sursero nuove sètte religiose, ed il fermento che esse produssero fecondò li primi semi di quella libertá di pensare che dovea col tempo produrre e la sana filosofía e l’insensato pirronismo; tutta l’Europa cangiò di aspetto; una nuova tattica militare rese gli effetti del valore meno decisivi; nuovi ordini di stabile milizia distrussero l’aristocrazia feudale e fecero nascere