Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari – Periodo milanese, 1924 – BEIC 1795489.djvu/60

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duole che Teodorico prendeva il titolo di re, che vestiva la porpora, e che so io? Prende l’occasione che le truppe nostre erano occupate nella guerra che ardeva oltre Palpi, e, fidando nella sua preponderanza marittima, spedisce sotto il comando di Romano cento legni ed ottomila uomini a devastare tutto il lido che è tra Taranto e Siponto. Teodorico non potette impedir quella ruina. Io rammento ancora e rammenterò sempre le parole che allora mi disse: — Vedo bene che è necessario aver una forza marittima: per Panno venturo avremo una fiotta di mille dromoni 0). Deh! perché non possiamo sperare che per 10 stesso tempo gli animi di tutti gli abitanti diventino savi, concordi, energici, onde poter respingere ogni attentato de’ vili pirati di Bizanzio? No! senza la discordia funesta che li divide, non mai i greci avrebbero osato metter il piede sulla loro terra e danneggiare coloro che militano sotto gli ordini miei. — Come mai si posson trovare ancora degli uomini i quali desiderano 11 ritorno dell’impero de’ greci? E non si avvedono che questo non potrebbe avvenire senza produrre danni piú gravi, senza finir di distruggere quel poco che ancora avvanza dalle desolazioni che han preceduto la partenza de’ greci? — La stessa dimanda — dissi allora, interrompendolo — fo io a te, o Cassiodoro. Come mai ritrovatisi ancora tanti stolti? — Ed egli: — Io te ne dirò due ragioni. La prima è che molti per ogni novitá politica pèrdono o tutti o gran parte di quei comodi che godevano nell’antico stato. La seconda, piú disinteressata, muove anche gli animi piú virtuosi; ed è quell’afTezione, che il lungo costume, l’esempio de’ maggiori, le prime idee dell’adolescenza ne ispirano per alcuni ordini di governo, spesso per talune dinastie, talvolta anche per talune persone. Tu sei goto, e sai qual rispetto i goti aveano per la stirpe degli amali, a cui apparteneva Teodorico. 1 romani lo stesso amore ebbero, prima per il nome di Cesare, poscia per quello di Antonino, finalmente per quelli di Costantino e di Teodosio. Ed io non ti negherò che ambedue questi sentimenti sien (i) Cosí chiamavausi allora le navi da corso.