Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari – Periodo milanese, 1924 – BEIC 1795489.djvu/78

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Le rivoluzioni tendono per loro natura a corrompere la giurisprudenza. Non abbiam noi veduto in tutt’i tempi governi umanissimi romper ogni fede di trattali, obliar tutte le antiche leggi, dar alle nuove una forza retroattiva (di cui non può imaginarsi mostro piú potente a distruggere ogni ordine pubblico e privato), per aver l’inutile piacere di punir pochi deboli e infelici, che sarebbe stato piú glorioso di perdonare?

Ed il male maggiore non è che queste cose avvengano una volta. Si perdona volentieri a colui che talora, armato, non si ricorda delle leggi. Il male gravissimo è che questi eccessi rimangano come esempi da servir di base alle legislazioni de’ secoli futuri. Noi non sappiamo, come facevano i romani, sospender la costituzione per non corromperla.

Quindi è che la nostra giurisprudenza è un mosaico d’infiniti pezzi tutti diversi, accozzati da diverse mani ed in diversi tempi. A seconda delle circostanze, si è or accresciuta, or minorata la pena di un delitto; ora resa piú severa, ora piú liberale una procedura; si è rotta ogni proporzione tra i delitti e le pene, tra le pene ed i costumi e, per riformare una parte, abbiamo guasto il tutto.

Facciamo una specie d’inventario dell’influenza che hanno esercitata la filosofia e la Rivoluzione sulla giurisprudenza criminale. Forse non sará inutile a poter prevedere il corso che essa avrá negli anni futuri; corso che non dipende dalle astratte umbratili teorie de’ filosofi, ma dipende dalle opinioni degli uomini c dallo stato delle cose. Forse non sará inutile a poter fissare quella linea media in cui sta il vero, e da cui tanto i sistemi quanto le rivoluzioni tendono ad allontanarci.

Tutta la giurisprudenza criminale si aggira o sulle pene o sulle prove o sui giudizi.

Pene. — Che le pene debbano esser proporzionate ai delitti è una veritá, la quale per errore si attribuisce alla filosofia moderna. Essa si legge in Aristotele, in Platone, e, anche prima che questi la scrivessero, dovette esistere nelle menti di tutti gli uomini, perché era nella ragione universale. Ma determinare la serie de’ delitti e quella delle pene, fissare il massimo