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I

PROGRAMMA

A Francesco Melzi d’Eril

vicepresidente della Repubblica italiana.

Un giornale destinato a formar lo spirito pubblico di una nazione non deve contenere il solo racconto di quelle novitá delle quali si pasce la curiositá, spesso puerile, di coloro che non si occupano degli altri se non perché poco possono occuparsi di loro stessi. Per formar la mente de’ lettori, è necessario che l’opera istessa abbia una mente, cioè un fine unico, e parti tutte corrispondenti al fine.

Lo spirito pubblico di una nazione consta di due parti principali, alle quali tutte le altre si possono ridurre: la prima è la stima di noi stessi e delle cose nostre; la seconda è l’accordo de’ giudizi di tutti su quegli oggetti che possono essere utili o dannosi.

Alla stima di loro stessi e delle proprie cose debbono le grandi nazioni e quella energia, per cui han fatte le grandi operazioni; e quella pazienza, per cui han sopportati grandi mali e sacrifizi gravissimi; e quell’affezione al proprio governo, che si raffredda ed estingue dall’idea che esso non operi bene o che un altro operi meglio; e finalmente quella costanza ne’ pensieri, ne’ disegni e nelle operazioni, la quale, fondata sul rispetto che abbiamo per i nostri maggiori, può sola farci ottenere i grandissimi effetti. Quando si analizzano le nazioni, si trova che i beni ed i mali, la veritá e gli errori sono misti