Pagina:Cuoco - Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799, Laterza, 1913.djvu/231

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frammento primo 221

barbaro, tanto piú numerosi avanzi voi rinvenite di antichi costumi; perché il governo, urtando troppo violentemente contro il popolo, l’ha quasi costretto a trincerarsi tra le sue antiche istituzioni, né ha rinvenuto nei nuovi avvenimenti ragione di seguirli e di abbandonare ed obbliare gli antichi. Tu incontrerai ad ogni passo nelle province nostre sotto il piú arbitrario dei governi delle istituzioni evidentemente sannitiche e greche; i napolitani di oggigiorno sono quegli stessi di Petronio; scorri la Grecia, e tu attraverso della barbarie riconoscerai i greci, ed il popolo piú oppresso ti sembrerá il piú capace di libertá.

Questi avanzi di costumi e governo di altri tempi, che in ogni nazione s’incontrano, sono preziosi per un legislatore saggio, e debbono formar la base dei suoi ordini nuovi. Il popolo conserva sempre molto rispetto per tutto ciò che gli viene dai suoi maggiori; rispetto che produce talora qualche male, e spesso grandissimi beni. Ma coloro, che vorrebbero distruggerlo, non si avvedono che distruggerebbero in tal modo ogni fondamento di giustizia ed ogni principio di ordine sociale? Noi non possiamo piú far parlare gli dèi come i legislatori antichi facevano: facciamo almeno parlare gli eroi, che agli occhi dei popoli son sempre i loro antichi. Un popolo, il quale cangiasse la sua costituzione per solo amor di novitá, non potrebbe far altro di meglio che darsi una costituzione all’anno. Ma, per buona sorte, un tal popolo non esiste che nella fantasia di qualche filosofo.

Che non può mai fare un legislatore, il quale ami la nazione e segua la natura anziché un sistema? Di nulla ei deve disperare: non vi è nazione che ei non possa render felice. Ma tutto è perduto quando un legislatore misura la infinita estensione della natura colle piccole dimensioni della sua testa, e che, non conoscendo se non le sue idee, gira per la terra come un empirico col suo segreto, col quale pretende medicar tutt’i mali.

Io non posso considerar senza pena la sorte di una nazione, cui si è tolta una costituzione per darne un’altra, forse anche migliore, ma tutta diversa. — Voi ci volete democratici — potrebbero dire quei popoli, — e noi vogliamo esserlo; noi siamo però