Pagina:Cuoco - Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799, Laterza, 1913.djvu/237

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frammento secondo 227

io vi sarò superfluo, perché sarò ascoltato da mio padre, e mio padre parlerá per me. Non sarebbe però vietato ai figli di famiglia di accettare qualunque carica, che il popolo o il governo gli offerisse: in tal caso verrebbe ad essere tacitamente emancipato dalla legge, la quale, mentre lo allontana dal luogo ove potrebbe esser pericoloso, si serve di lui quando potrebbe esser utile. Cosí praticavano anche i romani; e, quando presso di loro un figlio di famiglia, provato in varie cariche minori, giugneva a meritarne talune, le quali richiedevano la piú gran fiducia, allora si credeva superiore a tutt’i sospetti ed era per sempre emancipato. Qual differenza tra noi ed i romani! Noi crediamo tutti gli uomini saggi e virtuosi: essi li volevan formar tali, e non eran contenti; volevan anche sperimentarli.

Ti ho parlato di quest’oggetto, perché lo veggo troppo trascurato nelle costituzioni moderne. Agli americani ne fu fatto un rimprovero. Non amo dar tanto ai vecchi quanto davano Roma, Sparta e tutti gli antichi legislatori, che piú cura di noi si prendevan de’ costumi e della virtú; ma veggo bene che oggi si corre all’estremo opposto e si dá troppo ai giovani.

Organizzate in tal modo le municipalitá e determinati i diritti de’ cittadini, convien farli agire. La mia prima legge costituzionale sarebbe che «qualunque popolazione della repubblica riunita in solenne parlamento possa prendere sui suoi bisogni particolari quelle determinazioni che crederá le migliori; e le sue determinazioni avran vigore di legge nel suo territorio, purché non siano contrarie alle leggi generali ed agl’interessi delle altre popolazioni».

Questo diritto non si può togliere alle nostre popolazioni, perché lo aveano anche nell’antico ordine di cose, per quanto loro lo permetteva l’arbitrio di chi regnava; non si deve togliere, perché giusto ed utile alla nazione intera.

La legge è la volontá generale; ma, mentre che la nazione ha la sua legge, ciascun individuo ha la sua volontá particolare, e la libertá altro non è che l’accordo di queste due volontá. L’uomo solo è sempre libero, perché la sua legge non è che la stessa sua volontá individuale. Allorché piú uomini si riuniscono