Pagina:Cuoco - Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799, Laterza, 1913.djvu/311

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rapporto al cittadino carnot 301


Mentre la capitale e le province, cadute in potere de’ nemici, presentavano lo spettacolo il piú tragico, esistevano ancora tre piazze, che formavano l’ultimo baluardo della libertá, simili a quelle colonne ed a quei macigni, che il passaggiero incontra tra i balzi e le rovine di un paese distrutto.

Capua, Gaeta, Pescara, che stavano in possesso de’ francesi, dopo la resa di Sant’Elmo continuavano a destare un raggio di speranza ne’ cuori desolati de’ figli della patria. La ricca provvisione di cui erano fornite, il numero sufficiente di soldati che ne sostenevano la difesa, non facevano all’in tutto scomparire l’idea della esistenza della repubblica. Ma quale idea! Noi eravamo allora degl’infermi, che, languenti nel letto della morte, si lusingano tuttavia di rinascere alla vita.

Reso Sant’Elmo, gl’insorgenti, diretti dal disleale Roccaromana, gl’inglesi ed i russi rivolsero le loro forze sopra Capua, il di cui comandante, benché avesse potuto fare una lunga resistenza, pure dopo lo spazio di pochi giorni apri le porte al nemico. I patrioti non furono compresi nella capitolazione: onde, per iscampare una sicura morte, si travestirono da cisalpini; ma, giunti in Napoli, furono scoverti e subirono il comune destino, cioè il destino della distruzione.

Quei che sono periti della tattica militare sanno che Gaeta è inaccessibile per la parte di terra, giacché non vi può agire il cannone. Ciò non ostante, gli anelli delle disgrazie si comunicavano; uno chiamava l’altro: Gaeta anche cadde. Cosí la cangrena, che aveva assalita la parte superiore dell’Italia, depascendo, giunse sino all’estremitá e la róse.

Non vi restava che Pescara. Questa è la piú debole di tutte e tre: eppure il prode Ettore Carafa, che la custodiva, la sostenne sin dopo aver esauriti tutti gli umani soccorsi, sin dopo aver impiegati tutt’i mezzi di difesa, in una parola, sino all’ ultimo respiro. Egli cedé, e cedé facendo una onorevole capitolazione. Ma come si può patteggiare colla perfidia? Gli agenti del despota, e fra gli altri Pronio, dopo di aver giurata fedeltá a Carafa, commettendo il piú vile de’ tradimenti, lo incatenarono e lo condussero in Napoli, dove fu decollato. Questa fu la fine di uno de’ Tesei della libertá napoletana.