Pagina:D'Annunzio - Isaotta Guttadauro, 1886.djvu/169

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Intermezzo melico 163


Come crescono i venti
de la terra, più gravi
li odori e più soavi
e più sottili e ardenti

salgon da’ vasti legni
carchi di spezie rare.
E ne l’alba lunare
a noi s’aprono i regni

meravigliosi, i liti
cari a ’l Sole, ove amando
vivono e poetando
uomini forti e miti.

Da ’l soffio a l’aria effusi
per lunghe onde i profumi,
come celesti fiumi
in un solo confusi,

ondeggian su la bruna
congerie de le antenne.
Ed ecco, ne ’l solenne
silenzio de la luna,

alzasi un lento coro
da quella selva informe.
Il porto ampio s’addorme,
stanco d’uman lavoro.