Pagina:D'Annunzio - Laudi, II.djvu/187

Da Wikisource.
SECONDO - ELETTRA



VI.
Coi fanti e con le lance alle Due Porte
Iovan Pavolo vien sul suo morello.
Nitrire ode il corsiero del fratello
tradito; e il cor gli rugge: “A morte! A morte!„

5Di repente rivolgesi la sorte.
"Addosso a Corgna! A me Monte Sperello!"
D’ogni banda cavalcano al macello
i partigiani in arme con le scorte.

Entra il gran falco da Sant’Ercolano
10e incontra il figlio d’Atalanta. “Addio,
traditore Grifone: sei pur qua!

Non t’ammazzo. Non vo’ metter la mano
io nel mio sangue. Vattene con Dio.„
E sprona innanzi a prender la città.


VII.
Cade reciso il bello infame fiore.
Filippo Cencie con Messer Gintile
l’abbatte in su le selci. “O Grifon vile,
or tu griffa se puoi, vil traditore.„

5Portato è in piazza su la bara, ad ore
ventidue, come Astorre! Il grido ostile


- 173 -